Elezioni, Giorgia Meloni si candida ma la destra non viaggia compatta

La leader di Fratelli d'Italia potrebbe annunciare a breve la sua candidatura per la corsa alla poltrona più prestigiosa del Campidoglio

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Lo avevamo anticipato ieri sera, ma è oramai possibile che Giorgia Meloni annunci entro oggi la propria candidatura per la corsa alla poltrona più prestigiosa del Campidoglio. Un’immagine, quella di Giorgia, che almeno dai sondaggi avrebbe molti più consensi di quanti ne possa ottenere il suo partito i Fratelli d’Italia, ma che sicuramente aggrega quella destra romana che è stata l’asse su cui ha vinto e poi si è retto Alemanno. Tanto per dirla chiara, quel neofascismo che nella Capitale, fra ripuliture varie, gode sempre di uno zoccolo duro di consensi. Dopo la sconfitta di Alemanno le sue forze si sono disperse, chi nei Fratelli, chi in Forza Italia, oppure con qualche battitore libero come Francesco Storace e infine chi, come il senatore Augello, si è allineato e coperto sotto le bandiere di Angelino Alfano. Altri speravano di alimentare il Salvinismo capitolino. Esperimento miseramente fallito qui fra i Sette Colli, nonostante le ambizioni di Matteo che sperava sempre di passare il Rubiconde e divenire un leader nazionale un po’ come la Le Pen. Ma torniamo a Roma.
I DUBBI – Qui Giorgia della Garbatella (questa volta sì, la Le Pen de noantri) è stata sinora reticente a proporre la sua candidatura un po’ perché le ombre di Mafia Capitale gravano ancora non dissipate sulla destra romana che con Alemanno ha gestito il potere per 5 anni, e gli avvisi di garanzia in piena campagna elettorale non piacciono a nessuno. Un po’ perché auspicava il consenso unanime attorno al suo nome di tutto il centro destra compreso quello del Senatore Augello che nella sua infinita fantasia trasformistica, pare si voglia staccare da Angelino puntando su una formazione politica tutta sua. Eppure, in tempi non sospetti e mentre ancora Marino era in sella, fu proprio il senatore a proporre il nome di Marchini quale candidato di tutto il centro destra con il favore, neppure tanto velato, di Berlusconi. La candidatura di Giorgia spiazza lui ma anche ciò che resta della Forza Italia di Tajani. Con la decisione di Giorgia a rimetterci sarebbe proprio Marchini, ammesso che la sua vera aspirazione fosse quella di presentarsi come candidato indiscusso di tutto il centro destra, da NCD ai Fratelli. Che con questi ultimi nel suo carro, si sarebbe giocato la patente di antifascista per tradizione famigliare. Siccome di primarie, come avrebbero voluto Storace ed Alemanno, a destra non si parla, la ex ministra della gioventù giocherà tutto sulla sua immagine che per ora regge, almeno nei sondaggi.
IL QUADRO – Si complica così la corsa al Campidoglio che, salvo rinunce dell’ultima ora, vedrebbe in lizza per il Pd Giachetti, unto dalle primarie. Sempre a sinistra Fassina, a meno che il vero capo di Sel a Roma, il vice presidente della Regione Massimiliano Smeriglio, riesca a fargli cambiare idea correndo in coalizione con il Pd. A destra abbiamo come detto La Meloni e Marchini, mentre i 5Stelle, che si dicono né di destra né di sinistra, oggi leggermente in affanno per le vicende di Quarto, decideranno il loro candidato a breve. Cinque cavalli cui potrebbero aggiungersi competitors dell’ultima ora. Ad esempio Ignazio Marino che la pace con il Pd di Renzi non l’ha ancora fatta, anzi è oggetto un giorno sì e l’altro pure delle punzecchiature del commissario del Pd romano Matteo Orfini che della sua passata amministrazione non gliene perdona una. Questo il quadro a bocce non ancora ferme, poi da qui a giugno può succedere di tutto fra gli orientamenti di una opinione pubblica romana che a consumato i tradizionali punti di riferimento politico. E che anzi, di politica meno ne sente parlare meglio è.

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