Il nuovo corso di Atac comincia dall’accentramento dei poteri nelle mani del neo direttore generale Marco Rettighieri e promette uno snellimento soprattutto sul fronte dei dirigenti. Da ieri tutti i poteri su personale, acquisti e ricavi da mercato sono arrivati nelle mani del neo direttore generale, lasciando gli uffici di dirigenti di peso e avviando una prima rivoluzione nell’organigramma dell’azienda municipalizzata ad appena un anno dai cambiamenti voluti dall’ex sindaco Marino quando al vertice di Atac c’era il duo Gappelli-Broggi.
A perdere le deleghe c’è ad esempio Giuseppe De Paoli, l’ex manager Alitalia voluto dall’ex assessore Guido Improta e arrivato a via Prenestina nel gennaio 2015 che era finito immediatamente nella bufera a causa dell’incarico da 200mila euro l’anno a tempo indeterminato ottenuto senza alcun concorso o bando pubblico. Poi Franco Middei, responsabile acquisti Contratti e Servizi generali dal 2014 ed Emilio Cera, il direttore della divisione Servizi per la Mobilità, in Atac dal 1997, colpito lo scorso autunno dagli strali dell’ex assessore ai Trasporti Stefano Esposito. Lo stesso che mesi fa aveva polemizzato con Pietro Spirito fino alle sue dimissioni e che oggi loda l’arrivo in Atac del direttore Generale Marco Rettighieri.
Proprio venerdì Esposito, dai microfoni di Radio Cusano, ha commentato così il nuovo corso Atac sottolineando l’assenza di una risposta entusiastica da parte della politica e del sindacato: “Sembrerebbe che finalmente stia arrivando aria nuova, anche se una rondine non fa primavera mi piace registrare negli ultimi giorni il fatto che alcune cose stanno finalmente accadendo. Non che avessi dubbi sull’onestà del nuovo direttore generale, che conosco e stimo, ma fa piacere svegliarsi al mattino e ricevere messaggi da chi in Atac ci lavora ed ha uno spirito nuovo… .
Certo, nessuno ha la bacchetta magica – prosegue Esposito – non è che gli utenti immediatamente vedranno dei cambiamenti, ma questo era il primo passo da fare. Va fatto un plauso anche al Prefetto Tronca per aver portato questa scelta fino in fondo, si è passati attraverso un bando pubblico, con Rettighieri, che è la persona giusta. Sicuramente troverà chi gli metterà i bastoni tra le ruote. Quanti politici hanno speso una parola sul suo arrivo? Pochi. Quanti comunicati sindacali sono arrivati per celebrare questa svolta? Pochi. Sicuramente c’è chi si mette contro il cambiamento, perché cambiare vuol dire rompere rendite di posizione acquisite negli anni. Rettighieri può spezzare le catene della clientela dentro Atac”.
Le tre funzioni ora accentrate nella figura di Rettighieri (Personale per 550 milioni, cquisti per 350 milioni e Ricavi per altri 300 circa) assommano tra loro un valore complessivo di un miliardo e 200 milioni. Atac ha fatto sapere che l’azienda sta effettuando la revisione della macrostruttura aziendale che “oltre a prevedere la funzionale ripartizione di poteri fra Amministratore Unico e Direttore Generale, consentirà di arrivare ad un modello organizzativo che presenti una filiera di comando e governo la più corta possibile ed orientata al miglioramento del servizio”. Si punta dunque a una Atac più snella e, forse anche, più efficiente.
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