Eur 2.0 è lo slogan che il presidente di Eur Spa Roberto Diacetti ha coniato per il rilancio dell’ente al 90% di proprietà del ministero delle finanze e per un 10% del comune di Roma. Eppure l’anno scorso l’ente era arrivato al limite del default se non fosse intervenuto Inail che ha acquistato il 40% del patrimonio dell’ente. Le ragioni della crisi riguardano i costi della mitica “Nuvola” che comunque verrà completata entro l’anno in corso. «Una operazione ambiziosa – ci dice Diacetti presidente di Eur spa da luglio – che era coperta dal finanziamento pubblico al 50%, mentre l’altra metà doveva provenire sia dalla valorizzazione delle aree dell’ex velodromo (soluzione che si è arenata in consiglio comunale).
Sia dalla vendita dell’albergo, la cosiddetta Lama non ancora completata. Ipotesi quest’ultima irrealizzabile senza aver attivato il centro congressi della Nuvola». Quindi tutta l’operazione Nuvola partiva con fondi insufficienti avviando la spirale dell’indebitamento bancario. La crisi si trascina così per due anni sino a quando vengono venduti all’Inail il palazzo delle Tradizioni Popolari e quello della Scienza, l’Archivio di Stato, e il palazzo della Polizia scientifica. Morale, l’Ente ricava dalla vendita 297 milioni e nella sostanza si salva. «Comunque – prosegue Diacetti – l’Inail non ha fatto un cattivo affare visto che quegli immobili rendono il 5% di affitti, ma indubbiamente Eur Spa ha perso una parte rilevante del proprio patrimonio che comunque rimane in mano pubblica».
Risolto il gap finanziario la “company” si deve rilanciare e secondo il presidente “2.0” significa che Eur Spa oltre ad essere storicamente una società di gestione immobiliare, deve proiettarsi verso lo sviluppo del turismo congressuale e non solo. Il programma di Diacetti, presidente da luglio scorso mentre l’amministratore delegato è Enrico Pazzali ex Fiera di Milano, guarda a un Eur «quartiere del business». Un territorio congressuale reso omogeneo dopo la cessione dello scheletro delle due Torri a Telecom che sta completando i lavori. Eur Spa può allora indirizzarsi verso « un nuovo sviluppo della offerta congressuale tale da competere nel mercato globale.»
Oggi Roma è fuori dal giro delle grandi capitali, fra le quali Vienna, che ospitano meeting internazionali. «Parliamo di gente (i convegnisti ndr) che nel corso di questi meeting può spendere nella nostra città anche 1.000 euro al giorno a fronte degli 80 medi che spende un normale turista in visita a Roma. Con la Nuvola, il Palazzo dei Congressi, il palazzo dello Sport, Spazio 900 e il Salone delle Fontane nasce un vero e proprio polo congressuale di dimensioni internazionali».
Secondo Diacetti questo mercato richiede partnership con privati di esperienza collaudata nel settore come previsto nel piano strategico che la società presenterà entro maggio al Ministero e al Comune. L’albergo invece dovrà essere venduto. «Sino ad oggi è costato 50 milioni e per completarlo ce ne vogliono altri 30, ma siamo alla ricerca di investitori che lo acquistino e di privati che poi ne assumano la gestione».
Vediamo ora qualche numero. La Nuvola, completata entro quest’anno, può ospitare sino a 8.000 convegnisti, le Torri Telecom prevedono 2.500 dipendenti e l’albergo ha una disponibilità di 450 stanze. Si crea così un enorme problema di viabilità e parcheggi sul quale Eur Spa sta da tempo discutendo con l’agenzia della mobilità del Comune. Ad oggi, prosegue il presidente «abbiamo previsto un parcheggio di 600 posti sotto la Nuvola. Altri 600 posti verranno realizzati in project financing in P.le don Sturzo, poi ci sarà anche il parcheggio dell’acquario che potrebbe dare qualche supporto.
Ma occorreranno altri interventi economicamente più onerosi con per la mobilità che potrebbero venir realizzati nel quadro degli investimenti per le olimpiadi del 2024 se venissero assegnate a Roma. Senza dimenticare che l’EUR sarà la porta d’accesso a Roma da Fiumicino, la vetrina eccellente per chi arriva in città.» Eur 2.0 non è solo il futuro business district, ma un quartier di 100mila abitanti di giorno che si riduce al 10% la sera. Va rianimato e deve divenire attrattivo anche con il rilancio di Luneur.
«Qui le cose vanno avanti e i concessionari contano di riattivare gli impianti entro fine maggio proprio per non perdere la stagione estiva. Altra questione riguarda l’acquario in concessione alla Mare Nostrum srl che vedrà – ci dice Diacetti – una parte vera e propria di acquario in senso stretto, con una piattaforma commerciale e un parco scientifico. La parte che aprirà fra poco è quella della fauna ittica vera e propria gestita dal prestigioso gruppo internazionale Merlin.» Nelle intenzioni va maturando la vision integrata e funzionale di un patrimonio storico e architettonico di grande valore a sette fermate di metro dal centro. Un patrimonio comunque gestito dal ‘pubblico’ ma che si apre ai privati per il proprio sviluppo.