Diventa sempre più confusa la campagna elettorale per il sindaco di Roma, tanto che ormai anche le teorie complottiste cominciano a fare capolino soprattutto nel Movimento 5stelle che viene dato per favorito dai sondaggi. Non è una novità per il Movimento, irretito dalle profezie allucinate di Casaleggio e sempre attento ai fenomeni paranormali dagli Ufo ai Cip spioni sottopelle. Questa volta è la zarina del movimento romano, la senatrice Paola Taverna, che a una radio privata ha parlato di candidati “incredibili” delle altre forze politiche come se dalla lista dei 200 sconosciuti, scaturita dalla consultazione on line degli iscritti al blog di Grillo, emergessero chissà quali trainanti personalità.
Forte di questa debolezza sul nome del candidato sindaco, che dopo una ulteriore selezione verrà reso noto settimana prossima, la Taverna denuncia «un complotto (sic) per far vincere il Movimento Cinque Stelle a Roma per poi togliergli i fondi e fargli fare brutta figura». Il piano, secondo la senatrice, è già pronto: «Al Governo rimane Renzi (oibò), alla Regione Zingaretti (ma va là..)» e visto che «a livello economico Roma dipende da stanziamenti regionali e stanziamenti statali, ora vogliono metterci i Cinque Stelle (al Campidoglio, ndr) per togliergli i fondi e fargli fare brutta figura».
Dimenticando che negli enti locali, da Quarto in Campania a Civitavecchia, a Livorno, di brutte figure il Movimento ne ha già collezionate a sufficienza. Fortunatamente, sempre ‘loro’ «hanno fatto i conti senza l’oste, i romani non sono rimbambiti. La nostra campagna elettorale sarà prendiamoci Roma, ma prendiamocela tutti insieme. Ci stanno lasciando debiti fino al 2020 (in verità qualche decennio in più, ndr) e questa non è opera del Cinque Stelle». Anche Vittorio Sgarbi, tuttologo mediatico di chiara fama, ha voluto dire la sua sulle prossime comunali criticando la scelta di Bertolaso: «E’ un’idea per non preoccuparsi troppo della questione. Una volta che hai detto il nome di Bertolaso puoi partire e andare in vacanza, tanto non vincerà».
Quindi lo sconsiglia di fare campagna elettorale perché l’unico candidato del centro destra credibile sarebbe stato Alfio Marchini. «Non lo hanno voluto candidare – aggiunge Sgarbi – così non gli resta che perdere» e di questa situazione va ringraziata Giorgi Meloni che pur favorita si è sfilata dalla competizione. Fortuna (o sfortuna per l’interessato) che Bertolaso se ne sia uscito con una infelice battuta sui rom affermando che nei loro confronti «servirebbe più diplomazia, più tatto e più cautela». Bestemmia che induce il ‘moderato’ e unico consigliere della lista Marchini, Alessandro Onorato, a consigliare per l’ex Capo dipartimento della Protezione civile il “Trattamento Sanitario Obbligatorio” (Tso) che nella sostanza è il manicomio.
Infine, non poteva mancare Francesco Storace (che forte di un presunto 4% di consensi che creerebbe seri problemi al centro destra un po’ come Fassina al centro sinistra) definisce Bertolaso, Marchini, Giachetti e Morassut «tutti ”simil sinistri”» risparmiandoci l’antica denominazione di “cripto comunisti”. L’unico veramente ‘destro’ duro e puro ‘destro’ è lui. «Non a caso – dice intervenendo in diretta alla trasmissione di La7 “L’aria che tira” – ho visto il fuoco di fila dei leghisti per le primissime dichiarazioni del candidato, frasi del tipo ”a chi ci siamo messi in mano”». Insomma grandi malumori a destra, tanto che qualcuno della vecchia “fascisteria romana” penserebbe di far fuori (politicamente) in qualche modo Bertolaso.
Mentre il senatore Augello, da un anno sponsor di Marchini insieme a agli Alfaniani, continua ad invocare le primarie, queste volta non di poche centinaia di eletti, ma del popolo. Ormai tutti vogliono le primarie esclusi Berlusconi, Salvini e la Meloni, che non è cosa di poco conto. Sorge allora il ragionevole dubbio che le primarie vere siano quelle del Pd fra i due principali competitors Giachetti e Morassut. E chissà mai che visti i sondaggi più favorevoli, il Pd rinunci al complotto paventato dalla Taverna e decida di vincere.