Si è conclusa la consultazione on line degli iscritti al Movimento 5Stelle per la scrematura dei candidati a sindaco di Roma con un risultato non proprio eclatante in termini di partecipazione. Infatti su 9.500 aventi diritto solo 3.272 hanno espresso il proprio voto. Un terzo dei romani iscritti al blog di Beppe Grillo e ognuno ha potuto esprimere un massimo di cinque preferenze. Un altro dato riguarda invece la fiducia che gli attivisti hanno rinnovato ai consiglieri uscenti.
CINQUE STELLE USCENTI
Tre su quattro, infatti, Marcello De Vito, che si era candidato a sindaco nelle elezioni del 2013, Virginia Raggi ed Enrico Stefano sono nella lista degli aspiranti sindaco. Non c’è Daniele Frongia che non ha dato la sua disponibilità a correre per il Campidoglio, ma anche lui era tra i primi dieci. Solo verso la fin della settimana prossima sarà noto il nome del candidato ufficiale. Nel frattempo prosegue la campagna dei candidati del Pd per le primarie del 6 marzo.
LA CAMPAGNA DI MORASSUT
Questa mattina è toccato all’ex assessore di Veltroni on. Roberto Morassut che nel corso del suo tour elettorale nel quartiere Tuscolano ha parlato del debito pregresso della Capitale che la commissaria Silvia Scozzese ha stimato il 13,5 miliardi. Morassut ha spiegato che questo debito genera una pressione fiscale fortissima sulla città, con un’aliquota Irpef comunale altissima cui si aggiunge un’aliquota regionale aggiuntiva per pagare debiti del passato. «Il debito va onorato – ha aggiunto- ma la pressione fiscale non potrà continuare così per tanto tempo. Se Roma sarà condannata a pagare fino al 2048 senza poter contare su un volume di investimenti adeguato a una capitale, rischiamo la crisi non solo economica, ma sociale». Per questa ragione «Università, Stato, Regione debbono assicurare piani di investimenti e anche il patrimonio va gestito come una ricchezza che in parte può essere venduto, ma in parte può permettere a reti sociali di fornire servizi aggiuntivi alla città abbattendo la spesa».
Secondo l’ex assessore «molte risorse sono chiuse nei cassetti di Roma Capitale, con numerosi progetti fermi, invece bisogna spendere e investire soprattutto in periferia». Parlando poi della candidatura olimpica della Capitale ha escluso l’opportunità di un referendum popolare perché «Roma è pronta e nonostante i problemi è una grande Capitale internazionale con molte delle strutture e degli impianti previsti già esistenti, e in parte finanziati.»
LA PASSIONE DI BERTOLASO
Nel frattempo non accennano a diminuire le polemiche a destra dopo la retromarcia di Matteo Salvini sulla candidatura di Guido Bertolaso sostenuta da Berlusconi. Particolarmente impaziente è Francesco Storace che in mancanza delle primarie da lui sollecitate, il quale annuncia che domenica 6 marzo, al teatro Quirino, lancerà formalmente la sua candidatura. Sul suo “Giornale D’Italia” scrive che «nei panni della Meloni, non diserterei un vertice perché Salvini esprime dei dubbi, li farei miei e lo direi a Berlusconi. E la stessa Lega – conclude – dovrà sciogliere il nodo che la riguarda e decidere se restare un importante movimento di 11 regioni o dare una svolta sinceramente nazionale al suo percorso. Invece, succedono strane cose…»
Balthazar