Giubileo, flop di presenze? Sicuramente rispetto alle sparate iniziali secondo le quali il sacro evento veniva paragonato dal Governo quasi pari all’Expo di Milano con una affluenza record che addirittura avrebbe consentito un un incremento del PIL romano di qualche punto, A chiarire l’andamento dell’affluenza sino ad oggi è stato monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione in occasione della conferenza stampa convocata per un rendiconto dei primi 100 giorni del Giubileo. «I numeri e la valutazione globale la faremo dal 20 novembre, ma i dati già indicano qualcosa» ha detto il prelato.
L’ALLARME TERRORISMO RALLENTA IL GIUBILEO
E i numeri dicono che sino a venerdì escludendo le oltre 50mila di sabato a San Pietro, le presenze sono state 2.802.000 nella zona di San Pietro, tra eventi giubilari, Angelus e attraversamento della Porta Santa. Questa la cifra certa che se non consente un vero e proprio bilancio dopo 100 giorni dall’apertura della Porta Santa in san Pietro rappresenta una prima verifica del cammino giubilare. Che forse non è certo un “botto” di pellegrini «ma ben conoscendo le realtà di Roma e le vicende internazionali che hanno contribuito non poco al rafforzamento sicurezza – ha aggiunto Fisichella- (significa che) nonostante le difficoltà abbiamo avuto un notevole e consistente presenza dei pellegrini nella città di Roma e in particolare nella zona di San Pietro.»
SENZA I DATI DELLE ALTRE BASILICHE
Senza tener conto che al momento non è ancora possibile quantificare le presenze nelle altre basiliche quali \Santa Maria Maggiore, San Paolo fuori le Mura, San Giovanni in Laterano e non da ultimo il Divino Amore anche se presto verranno forniti questi dati. Se il trend è questo chi ci avrebbe azzeccato sarebbe stato il prefetto Franco Gabrielli che a metà novembre dello scorso anno nel corso dell’evento di Rutelli “Prossima Roma”, dichiarava senza esitazioni «I pellegrini? Non saranno più di dieci milioni»: Tanto più realistica la sua previsione se confrontata con lo studio del Censis presentato qualche settimana prima che prevedeva l’arrivo di 33 milioni di pellegrini. Stime che il prefetto aveva giudicato da subito «eccessive». Ovviamente le stime di Gabrielli tenevano conto dell’effetto terrorismo che certamente ha inciso nel ridurre l’afflusso dei pellegrini per il quale, va detto, il governo ha dovuto sopportare un costo limitato di 200 milioni coinciso con lavori di riadattamento e manutenzione dell’assetto urbano. Mentre sul versante dei ricavi, almeno a leggere le stime di commercianti, albergatori e operatori turistici il risultato è più che deludente.