Qualche giorno fa sul portale d’informazione economica International Business Time è apparso un articolo a firma Marta Panicucci che fra l’altro affronta il tema di un futuro ingresso di Ferrovie dello Stato in Atac oltre che in Anas. La Panicucci accenna a quel clima cordiale che esisterebbe fra il numero uno di Ferrovie della Stato Mazzoncini e Matteo Renzi.
«Pare che i due si siano conosciuti a Firenze – scrive la giornalista – quando l’allora sindaco era dietro alla privatizzazione di ATAF, la società per il trasporto urbano fiorentina e Mazzoncini era il numero uno di Busitalia, società della Ferrovie che si occupa di trasporto su gomma». Questa antica frequentazione giustificherebbe il sostegno del presidente del consiglio all’acquisto di Atac da parte delle Fs. Per quanto riguarda le mire sulla municipalizzata del trasporto romano si ricorda che già il precedente amministratore delegato delle ferrovie Elia aveva tentato di acquisire la società romana, ma, diciamo noi, nonostante l’attivismo dell’allora assessore alla mobilità Guido Improta, non avrebbe trovato il consenso di un Marino sempre un passo indietro rispetto alla situazione.
Invece Mazzoncini ha fatto sapere che Ferrovie sta già trattando con il Comune di Roma dichiarando a brutto muso che «sarebbero degli sprovveduti se non lo facessero, perché l’azienda è tecnicamente fallita». Mazzoncini farebbe così un bel favore al premier Renzi togliendo una bella castagna dal fuoco al PD, ma anche alla grillina Virginia Raggi che, pur di acchiappare i voti dei 12.000 dipendenti Atac, si sta sbracciando per affermare che Atac è un gioiello del Comune, mentre Giachetti ne è molto meno convinto.
Comunque nessuno si sbilancia per non perdere voti anche perché un aumento delle tariffe romane, fra le più basse in Europa, sarebbe inevitabile e in ogni caso il debito Atac va ripianato. É evidente che con Ferrovie si andrebbe a creare un monopolio, non molto gradito dalla UE, che prevede l’affidamento dei servizi concessi tramite gara europea. Operazione inevitabile fra qualche anno, ma che vede le Ferrovie in pole position. Nè si dimentichi che il Governo, nonostante tutte le affermazioni entusiastiche del presidente della Regione Zingaretti, ha bloccato il project financing per la Roma/Lido giudicato troppo oneroso, ma di fatto rimandandone i lavori a babbo morto. Si dice che per far cassa il Governo potrebbe vendere il 40% di Fs, ma, conclude Marta Panicucci, «il progetto di Mazzoncini sta andando nella direzione del maggior accentramento di società sotto l’ombrello di Ferrovie». Un conclusione che lascia ben poco spazio al vecchio Pd romano sdraiato con i sindacati, e oggi con la Raggi, sulla linea: l’Atac nun se tocca.