Non c’è campagna elettorale senza ricorsi alla magistratura. Prassi ormai consolidata per gli esclusi che questa volta coinvolge il Movimento 5stelle romano. A leggere il quotidiano torinese La Stampa addirittura ci sarebbe “una spada di Damocle” che pende sulla testa del Movimento perché al tribunale della Capitale si è aperto un procedimento civile con il ricorso degli esclusi dalle liste. Il giudice ha già respinto la prima istanza degli avvocati di Grillo e Casaleggio che, secondo il quotidiano torinese, avrebbero voluto spostare il processo a Genova, probabilmente per scavallare la data delle elezioni amministrative.
IL RICORSO DEI CINQUE STELLE
E lunedì scorso la III sezione del tribunale civile di Roma ha discusso il ricorso di una serie di espulsi fra i quali quello di uno dei fondatori del Movimento Roberto Motta il quale sostiene, insieme ad altri, che l’associazione giuridica che li ha espulsi non è la stessa a cui sono iscritti. La questione è molto complicata sotto il profilo giuridico e non stiamo a tediare il lettore, ma è evidente che un qualche rischio per il Movimento sussiste soprattutto in ordine alla trasparenza della selezione dei candidati. Per di più lo scontro fra il Pd e la candidata Raggi si fa incandescente senza risparmio di colpi bassi. Sotto attacco è ad esempio il senatore ed ex assessore alla mobilità Stefano Esposito particolarmente vivace e martellante nella sua campagna contro i grillini. Succede infatti che il Movimento abbia sporto querela contro Esposito reo di aver definito il consigliere regionale Barillari colluso con i ”clan mafiosi di Ostia”.
POLEMICA CON IL SENATORE ESPOSITO
Il senatore viene accusato di trincerarsi dietro l’immunità a seguito della querela presentata prima della campagna elettorale mentre Grillo twitta sul suo blog “#EspositoSeSeiUnUomo rinuncia all’immunità! Chiediglielo anche tu con un messaggio su Twitter”. Appello che evoca un po le risse di quartiere con esortazioni del tipo “se hai coraggio e sei un uomo fatti avanti” con toni a sfondo sessista come abitudine del comico genovese. Si tratta in ogni caso di un’altra vicenda da tribunale contribuendo ad allontanare questa affollatissima campagna elettorale dai problemi veri della città. Se ne è accorto anche il candidato di Sinistra Italiana/Sel, Stefano Fassina, che dopo l’incontro pubblico alla “città dell’altra economia” dei giorni scorsi, cui ha partecipato anche Virginia Raggi, ha definito «molto deludente il comportamento dei 5 Stelle, perché finora sono stati della massima ambiguità.
GLI ALTRI CANDIDATI
Ci parlano delle loro procedure per la selezione che poi loro stessi contestano. Quindi oggi non so che cosa propongono i 5 Stelle per Roma.» Mentre la candidata Virginia Raggi «che si sente predestinata naviga sulle onde dell’ambiguità». Per quanto riguarda il centro destra Bertolaso e Marchini non sembrano propensi ad abbandonare la competizione elettorale in favore uno dell’altro, semmai l’unica novità è rappresentata dall’apertura di Francesco Storace a Giorgia Meloni. Per il resto nebbia fitta se non fosse che Matteo Salvini, dopo aver silurato Bertolaso dichiara candidamente ad una radio «io non metto veti a nessuno e non dico di no a nessuno a prescindere. Mi approccio a Roma con estrema umiltà, attenzione e tranquillità.» Poi annuncia che a Roma interverrà lui direttamente nella campagna elettorale con «almeno una decina di passaggi» per sostenere Irene Pivetti a capo della lista “noi per Salvini”.
Giuliano Longo