Storace, mina vagante a destra

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Ci sono minoranze che possono procurare grandi guai soprattutto quando la competizione elettorale, come quella di Roma, ormai vede la partecipazione di ben 6 candidati più qualche frattaglia tipo l’integralista ( last minute) cattolico Mario Adinolfi. Parliamo di Stefano Fassina che con il 6,6% accreditato dagli ultimi sondaggi rischia di far deragliare Giachetti, ma anche di Francesco Storace che con il suo ipotetico 3% può creare qualche guaio all’ex camerata Giorgia Meloni che, dice lei, non è mai stata fascista. La scelta di Fassina era stata decisa nell’affollata assemblea del novembre scorso al teatro Quirino, tanto che oggi dai suoi ex compagni del Pd  viene accusato di tirare la volata di Virginia Raggi candidata di 5stelle.

FASSINA E I COMPAGNI DEL PD

Beghe fra compagni che poi al ballottaggio si ricompattano, ma non è detto perché nel 2008 Rutelli al ballottaggio fu punito dal non voto di Rifondazione Comunista che invece premiò Nicola Zingaretti alla Provincia. Un pochino più complicata la vicenda di Storace che, date le attuali quotazioni, potrebbe non preoccupare Giorgia ormai sdraiata sulle posizioni di Salvini  che del’ estremismo ha fatto il suo pane quotidiano.  Certo, l’operazione di Storace vecchia volpe della politica romana con  la sua corsa solitaria, appare piuttosto ardita e  destinata all’insuccesso. In fondo l’ostracismo nei sui confronti da parte della Meloni e dei suoi Fratelli  era noto da tempo, come d’altronde lo era nei confronti di Gianni Alemanno. Con lui  Giorgia non vuole proprio andarci a prendere nemmeno un caffè anche se l’ex sindaco le ricordava  tempo fa che fra i militanti e i dirigenti dei Fratelli D’Italia c’è gente che con lui ha condiviso il potere.

FRANCESCO E GIORGIA SEPARATI IN CASA

Non ultimo l’ideologo di FdI  Fabio Rampelli che con Augello, Piso e altri in Comune faceva il bello e il cattivo tempo condizionando le scelte di Alemanno. Per quanto riguarda Storace, che inizialmente avrebbe voluto le primarie del centro destra e che sarebbe pure stato disponibile ad appoggiare Marchini, l’alternativa era fra il confluire su Bertolaso o andarsene per i fatti suoi. E questo sta facendo consapevole che di fronte a tante abiure e giravolte, una chiara posizione da destra storica,  che a Roma potrebbe avere un qualche spazio. Con la differenza che l’eventuale sconfitta di Giorgia significherebbe la definitiva rottura fra il Centro rappresentato da Forza Italia e la Destra di cui i Fratelli a livello nazionale sono solo un 4%, mentre il vero vincitore di tuta l’operazione Giorgia sarebbe Salvini.

CORSA SOLITARIA

Può darsi che il partito di Storace non riesca ad eleggere  nemmeno un consigliere in aula Giulio Cesare anche se con Alemanno ne aveva due, Storace compreso. Solo che allora il suo partito, La destra, era alla opposizione fiutando forse il marcio in Danimarca. Certo è che se Giorgia non arrivasse nemmeno al ballottaggio tutto quel blocco di consensi che si è tirata dietro  si sfalderebbe escludendosi forse per lustri da qualsiasi prospettiva di potere. Allora, chissà, anche per Francesco potrebbero maturare margini di manovra per una destra romana ( non leghista) in cerca d’autore. Allora Francesco  va a la guerre come à la guerre consapevole che il tradimento di Giorgia su Bertoalso e nei confronti di Berlusconi è foriero di futuri guai per lei ed i suoi seguaci ridotti  ad una appendice meridionale e subalterna della Lega Nord ormai sugli scudi.

 

Giuliano Longo

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