E Giorgia Meloni finì per incartarsi da sola, perché i suoi valzer fra Salvini e Berlusconi pare le stiano creando grossi guai. In fondo del grande pasticcio del centrodestra a Roma lei è stata tutto sommato parte subalterna perché sin dall’inizio della tormentata vicenda Berlusconi avrebbe puntato sull’Ing. Alfio Marchini peraltro anche gradito anche a Salvini che lo aveva incontrato più volte lo scorso anno. Ma lei, ispirata dall’on. Rampelli con il quale ha condiviso le battaglie in An sino alla fondazione di quella strana formazione politica di destra chiamata ‘i gabbiani’, decide che Alfio è un cripto comunista e quindi fa il gioco della sinistra.
LA RICERCA DELLA SOLUZIONE UNITARIA
A quel punto l’ex Cavaliere alla ricerca di una soluzione unitaria, punta su Bertolaso e lei non leva un fiato. Sino a quando il felpato (da felpa) Salvini decide di giocare a Roma la sua partita per la leadership nazionale del centro destra e spinge la Meloni, peraltro in gravidanza, a candidarsi schiudendole il miraggio del ballottaggio fra lei e la pentastellata Raggi. Casus belli che Salvini si è ben guardato dal creare a Milano per non andare in rotta di collisione con il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni. Infatti Bobo (anche lui) si era accordato con Silvio per la candidatura unitaria di Parisi contro Sala e Matteo sa bene che chi tocca gli interessi forti di Milano resta fulminato. Quindi Roma, della quale al Matteo da Baggio non frega proprio niente, valeva pure una messa, anzi, un requiem per Berlusconi che sarà pure politicamente indebolito con Forza Italia sempre ai limiti della rottura interna, ma ben in sella con i figli sul suo impero mediatico e finanziario.
LA VIRATA SU ALFIO MARCHINI
Cosa ti fa allora il nonnetto? Dopo essersi speso su Bertolaso, sempre agli ordini del Berlusca, vira di nuovo su Marchini e “frega” i due (si fa per dire) giovincelli. Apriti cielo, Matteo e mamma Giorgia subito a puntare il dito, e con qualche ragione, sul presunto accordo con Renzi per far vincere Giachetti nell’eventuale ballottaggio, consapevoli che senza le corazzate mediatiche della famiglia di Arcore non si va lontano. Una operazione di fino, a ben vedere, quella di Berlusconi che comincia a pesare sui nervi di Giorgina, forse avvertita che i sondaggi la danno in calo: addirittura al 18% a pari merito con Marchini poi a quasi 4 punti da Giachetti e addirittura a più di 8 dalla Raggi.
CHI VA A VOTARE E CHI NO
E’ pur vero che il il 40% dei romani preferirà non votare e andare al mare, ma i gli incerti potrebbero spalmarsi su tutti i candidati che si vanno riducendo a 4 se, come pare, Storace convergerà sull’ingegnere romano. Quello che in queste ore preoccupa Giorgia è che dopo la decisione di Berlusconi, Marchini dilaga sulle televisioni del Biscione e non solo perché una intervista al telegenico Alfio non la nega nessuno. E si sa, sono ancora le televisioni a far vincere e non i tweet o i post su FB. Così mentre l’obbediente Bertolaso rimuove i suoi manifesti e Giachetti impazza (si fa per dire) con il suo incomprensibile slogan “Roma torna Roma”, il gioco di Marchini adesso si fa davvero duro su due fronti quello del Pd e quello della destra meloniana.