Fassina escluso ma “Fiducioso”. Ma c’è chi vorrebbe approfittarne

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Stefano Fassina

Fiducioso, è il termine che meglio si adatta allo spirito con il quale Stefano Fassina ha affrontato il problema della bocciatura delle sue liste alle comunali da parte della Commissione Elettorale. « Abbiamo  presentato tutte le firme necessarie, il massimo» ha detto ai numerosi giornalisti presenti spiegando che  «su alcuni moduli mancava la data e questo ha comportato l’esclusione delle due liste per il sindaco di Roma. Abbiamo fatto un ricorso in cui possiamo dimostrare con assoluta certezza che la certificazione delle firme è avvenuta entro i 180 giorni che la legge prevede, quindi siamo fiduciosi per un esito positivo».

Chiarendo anche che «tutti gli elementi che possiamo portare a supporto della nostra tesi ci fanno essere davvero fiduciosi, ci sono anche tante sentenze di casi analoghi risolte positivamente, quindi non abbiamo motivo di prevedere un futuro negativo». Eppure, nemmeno tanto velatamente, c’è chi spera di recuperare, almeno in parte, i voti di quelle liste se il ricorso non venisse accolto. In  prima linea ci sono gli strateghi del Pd che contano di recuperare almeno il 3% di quel 6/7 accreditato dai sondaggi all’ex sottosegretario. A scorrere i social network c’è molto disorientamento, ma anche un certo astio nei confronti del partito di Giachetti che non lascia a ben sperare sui possibile vantaggi elettorali  per il Pd. Ovviamente questa è la voce di militanti delusi che potrebbero non fare testo rispetto ai voti d’opinione che assommano a migliaia e con i quali la partita è tutta da giocare.

Magari con aperture da parte di Giachetti per la composizione della sua squadra di governo al Campidoglio.  Come sempre succede in questo Paese ci sono anche i dietrologi che nell’esclusione di Fassina intravedono chissà quali trame. Ci pensa il vice presidente della Regione Massimiliano Smeriglio, che come si ricorderà non era d’accordo sulla rottura con la tradizionale coalizione di sinistra, a smentire queste voci durante la trasmissione a Radio Radio. Per Smeriglio il voto alla Sinistra per Pd può valere fino a 70/80 mila elettori che ad oggi non saprebbero cosa votare «come me ad esempio» aggiunge senza esitazione. Inoltre Sinistra Italiana/Sel «dovrebbe chiedere scusa agli elettori per aver commesso l’errore e non fare congetture su complotti di natura strana».

Ma fra ipotesi e calcoli  a tavolino sulla sorte di quei voti aleggia l’ombra di un convitato di pietra. Ovvero il reale orientamento dell’elettorato di Fassina che potrebbe anche convergere  già al primo turno sulla Raggi pareggiando i conti con i presumibili voti favore del candidato Democratico. O peggio ancora, una diffusa astensione dal voto di questo elettorato al primo turno per poi  dire l’ultima parola al ballottaggio, sbaraccando tutte le alchimie di strateghi e dietrologi. Non resta che attendere ma Fassina è ‘fiducioso’.

Giuliano Longo

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