Case popolari occupate e sgomberi ordinati dal Comune, non ha soddisfatto le aspettative degli occupanti abusivi di piazza Aldo Moro l’incontro avuto ieri pomeriggio con il sindaco di Pomezia Fabio Fucci.
LA PROTESTA – Al rientro dei due occupanti che sono stati ricevuti dal primo cittadino si è formata una protesta spontanea, con decine di persone che hanno bloccato via Alcide De Gasperi in entrambe le direzioni gridando il loro disappunto nei confronti di Fucci e dell’intera Amministrazione comunale. Due manifestanti si sono sdraiati sull’asfalto, impedendo alle auto di passare. Di quanto avvenuto nell’incontro non si hanno prove, solo il racconto delle due persone che sono state ammesse nell’ufficio del sindaco. La stampa, infatti, non è stata fatta entrare, anzi, è stata “invitata”, o meglio obbligata, a lasciare il palazzo comunale su ordine di un assessore, impedendo così il diritto di informazione che avrebbe consentito di dare un quadro il più possibile preciso di quanto accaduto. Per questo è già stata avanzata un esposto all’Ordine dei Giornalisti e alla Stampa Romana, e quest’ultima ha preso posizione pubblicando sul sito un comunicato stampa.
DRAMMA CASA – «Abbiamo deciso di bloccare la strada per porre all’attenzione di tutti non solo il nostro dramma, ma l’atteggiamento di chi amministra questa città – ha commentato Franco Garigliano, una delle due persone ricevute dal sindaco –. Siamo qui per protestare contro le “non risposte” che ci ha dato il sindaco, il quale non ha dato alcuna garanzia a queste famiglie, tutte con bambini, che tra pochi giorni verranno buttate fuori di casa». Ma sono case occupate abusivamente, di cui in molti casi non veniva nemmeno pagato l’affitto.
Non pensa che ci sono altre famiglie, quelle degli aventi diritto, che magari sono in situazioni ancora peggiori? «Le voglio spiegare una cosa: io sono in graduatoria da 20 anni. Nel 2006 ero ottavo, ma il Comune non ha mai fatto le assegnazioni. Adesso mi ritrovo ventesimo, con davanti persone che non so da dove sbuchino».
Cosa chiedete? «Che venga bloccato lo sgombero. Ma il sindaco non vuole farlo. Noi apparteniamo a famiglie disagiate: io mi trovo in emergenza abitativa da 8 anni, ho avuto 3 sfratti in questo periodo, durante il quale ho anche perso il lavoro. Adesso sono precario, ma a settembre mi ritroverò nuovamente disoccupato. E anche mia moglie non ha lavoro. Come dobbiamo fare, soprattutto per i nostri figli?».
Quante famiglie sono in queste condizioni? «Tredici famiglie sono destinatarie dello sgombero, mentre 14 famiglie risultano morose».
Lei paga l’affitto? «Io ho pagato nel periodo in cui ho lavorato. Poi non sono più riuscito a farlo. Ho mandato tutti i documenti per la sanatoria al Comune, ma non mi hanno mai risposto. Mi sono rivolto ai servizi sociali. Dopo il primo sfratto mi hanno mandato per sei mesi al residence Samoa, finiti i quali mi è stata data una casa in via Metastasio, dove avrei dovuto rimanere fino a quando non mi avessero assegnato un’abitazione popolare. Ma dopo un anno e mezzo mi hanno sfrattato. Sono quindi andato in un residence, dove sono rimasto fino a marzo, pagando regolarmente perché ancora lavoravo. Poi non potevo più pagare, perché ho perso il lavoro. La casa che ho occupato era vuota da due anni. Subito mia moglie si è autodenunciata e ci hanno fatto una multa di 21.600 euro per occupazione abusiva. Loro hanno ragione, ma io cosa devo fare, se non mi assegnano una casa in modo regolare perché la burocrazia ha fermato tutto?».
Cosa vi ha risposto il sindaco? «Che non si può fare niente. Sta provvedendo per sistemare alcune famiglie con bambini piccoli negli alberghi e nei residence per un paio di settimane, poi non si sa dove finiremo».
Quando dovrete lasciare le case occupate? «Inizialmente ci era stato detto il 2 agosto. Ora il sindaco ha dichiarato che ci lasceranno qualche giorno in più, quindi probabilmente se ne parlerà a settembre».
E questo non vi ha soddisfatto? «No, perché noi chiediamo una cosa diversa».
Cosa? «La regolarizzazione delle nostre posizioni. Ovviamente pagando un regolare affitto. Ci sono persone che abitano qui da 20 anni. Solo adesso si ricordano che sono abusive? Perché non sono state fatte sanatorie o regolari assegnazioni? Molti di noi ci sarebbero rientrati. Quello che ci fa più rabbia è che le famiglie che erano davanti a noi in graduatoria sono “scomparse” e al loro posto ci sono famiglie “nuove”, molte di Ostia, altre di zingari. Da dove sono uscite tutte queste persone?».
Cosa avete intenzione di fare, adesso? «Resteremo qui a protestare, non faremo passare nessuno. Qualcuno dovrà ascoltarci».
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