I bollettini sanitari, per ora estremamente riservati almeno sulle cronache dei mezzi di informazione, confermano un aumento dei casi di tubercolosi nella nostra città.
I CASI – Non ultimo quello che ha visto la morte di due immigrati nel giugno scorso: una al Collatino e l’altro nello stabile della Romanina. Qui, nel palazzo occupato di via Arrigo Cavaglieri, la situazione igienico-sanitaria è ormai al limite del sopportabile. Fonti del volontariato ci fanno sapere che nel palazzo, un tempo sede della Facoltà di Lettere di Tor Vergata (e dell’Adisu Lazio), sono stipate almeno 800 persone (alcuni parlano addirittura di 2.000) in condizioni igieniche spaventose. Prevalentemente emigranti clandestini che dalle guerre del Corno D’Africa, sono sfuggiti alle maglie dei controlli sanitari delle autorità dopo l’arrivo nel nostro Paese, clandestini la cui sorte viene tacitamente ignorata dalla prefettura e dal Comune di Roma. Difficile è l’accesso a quella precaria struttura, vigilata dagli ospiti stessi e attualmente seguita con tutta la buona volontà da una associazione che provvede alle esigenze minime di sopravvivenza di quei disperati. Si tratta di una vera e propria ‘bomba’ metropolitana innescata alle porte di Frascati, di Grottaferrata e dei Castelli romani, aree battute da questi poveracci in cerca di elemosine o di espedienti per sopravvivere.
IL PERICOLO – L’esistenza della favela della Romanina è nota da tempo, ma pare che le autorità non sappiano che pesci pigliare perché una volta sgomberati gli ospiti e bonificato l’immobile, resta il problema di sistemare le centinaia di immigrati clandestini presenti. L’equivoco nasce dal fatto che non tutti i reduci dagli sbarchi vengono registrati con tanto di impronte digitali e controllati sotto il profilo sanitario, forse nella speranza, spesso illusoria, che l’Italia sia solo un punto di transito verso altri lidi del centro-nord Europa con il rischio che treni e mezzi di trasporto pubblici possano veicolare eventuali infezioni latenti. D’altra parte la richiesta di asilo politico è subordinata alle due condizioni sopra citate al di fuori delle quali si diviene clandestini a tutti gli effetti. Il Governo sta affidando all’associazionismo il compito di trovare strutture ricettive per far fronte alla recente ondata di sbarchi. Solo queste possono garantire i necessari controlli sanitari, al di fuori dei quali il rischio di diffusione di malattie da tempo scomparse dalle nostre latitudini, sono più che reali soprattutto nelle concentrazioni di massa come appunto alla Romanina.
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