È una scoperta eccezionale quella fatta da Andrea Fiasco – archeologo del Museo Diocesano Prenestino – sotto la direzione scientifica di Sandra Gatti della Soprintendenza Archeologia del Lazio. Durante una campagna di scavi nella cripta della Basilica Cattedrale di Sant’Agapito Martire di Palestrina è emersa alla luce urna marmorea dove vennero deposte le reliquie di Sant’Agapito Martire, San Abbondio e San Gordiano il 13 gennaio del 1116, per opera del vescovo Conone.
L’APPUNTAMENTO – Un ritrovamento eccezionale che è stato presentato oggi dagli autori, dal vescovo della diocesi di Palestrina, monsignor Domenico Sigalini, e dal parroco della Basilica, don Ludovico Borzi.
«Le indagini si legge su Repubblica.it – hanno permesso anche di chiarire il riutilizzo del tempio pagano sotto la cattedrale in epoca altomedievale e “per la prima volta sono state documentate tracce archeologiche tangibili della drammatica e leggendaria distruzione della città di Palestrina nel 1436-37 per opera del cardinal Vitelleschi, capo delle truppe pontificie sotto Papa Eugenio IV, in quegli anni in acerrima lotta contro la famiglia Colonna, feudataria della città di Palestrina”. Trovato l’altare, in cui originariamente era inserita la cassa reliquario, completamente smantellato. E l’urna vuota, visto che le reliquie furono probabilmente trafugate proprio nel 1436 dal cardinale Vitelleschi. A permettere l’identificazione dell’urna come reliquiario, anche “i fori, chiamati cataratte, attraverso cui venivano introdotti tessuti che, a contatto con le reliquie, diventavano poi oggetti di culto essi stessi”. La cripta, indagata una prima volta nel 1887, era stata oggetto di uno scavo estensivo all’inizio degli anni ’70, ma le indagini erano rimaste incompiute».
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