C’è chi lo definisce “un ritorno”, altri preferiscono parlare di “Un nuovo inizio”. Fuori dalle metafore e dagli slogan di campagna elettorale Silvano Moffa vuole dimostrare a tutti di «non avere mai abbandonato Colleferro e di essere sempre stato vicino alla sua gente». È un #SilvanoMoffa2.0, il politico e l’intellettuale apprezzato in tutta Italia che usa i social network e chiede la partecipazione dei giovani per riproporsi alla guida della città dove ben 45 anni fa partì la sua carriera. Sempre a fianco della destra, nelle sue svariate e, a volte, contraddittorie sfaccettature. Oggi Moffa ritorna in campo con la sua Azione Popolare, quella stessa forza “di iniziativa responsabile” che nel 2011 alla Camera decise di sostenere il Governo. Il contesto è diverso, i protagonisti anche, ma a giudicare dalle parole rilasciate al nostro giornale, che riportiamo qui di seguito, lo spirito e l’ardore che avevano animato quel progetto non sembrano affatto cambiati.
Perché dopo tanti anni ha deciso di scendere in campo?
«Credo che oggi Colleferro abbia bisogno di trovare certezze e un riferimento unico per uscire da questo preoccupante spirito di rassegnazione che serpeggia tra i cittadini. Azione Popolare è riuscita già nel progetto di riunire attorno a sé un numero crescente di forze sociali. Vogliamo ripartire dalle idee perché solo da qui la politica può dare delle vere risposte. Dopo un proficuo ragionamento siamo arrivati alla conclusione che quella di candidarmi è l’unica soluzione per mettere a disposizione l’esperienza e il lavoro di tant anni».
Oggi la situazione politica è molto differente da quella del 1993, anno della sua prima candidatura a Colleferro. La sinistra ha scelto la via della novità con il giovane Pierluigi Sanna. La destra confida invece sulla lunga esperienza di questi anni? Di cosa ha bisogno veramente questa città?
«Parlando di un contesto generale non c’è dubbio che la politica sta attraversando una crisi profonda e seria. Sul piano locale bisogna ripartire dalle persone e cercare di dare soluzioni serie ai problemi della gente. In questo senso credo che ci sia bisogno di una rigenerazione sociale ed economica a tutti i livelli.
Anche la sua Colleferro è cambiata in questi anni. La crisi ha picchiato duro da queste parti. E poi c’è la questione ecologica, ancora molto sentita in città.
«Due punti centrali nel mio programma di Governo. Facendo un giro in città è facile accorgersi del momento di difficoltà che stanno attraversando tutte le attività produttive. Molte aziende hanno chiuso, si perdono ogni giorno posti di lavoro. Colleferro deve ritornare a essere il fiore all’occhiello della provincia di Roma. Dobbiamo rilanciare un nuovo sviluppo leggendo le potenzialità e criticità del territorio. Nel mio programma ho parlato di ambientalismo ragionevole, un piano di intervento lontano dal facile demagogismo di questi anni. La cura dell’ambiente passa dal rispetto e da una forma consapevole di progresso e tecnologia. Questa è la formula con cui vogliamo rinnovare Colleferro, lo dobbiamo ai nostri cittadini e sono sicuro che ci riusciremo.
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