I conti dei comuni non tornano, i sacrifici aumentano e i sindaci sono costretti a tagliare i servizi ai cittadini. Mentre è il governo decide quanti fondi attribuire ai comuni. Per questo domenica dieci sindaci della città metropolitana di Roma hanno spiegato le ragioni della loro protesta in una conferenza stampa a Cerveteri.
I sindaci di Anguillara Sabazia, Bracciano, Canale Monterano, Cerveteri, Formello, Ladispoli, Manziana, Santa Marinella, Tolfa e Trevignano Romano hanno contestato il Governo e i provvedimenti in materia finanziaria che in questi anni stanno incidendo in maniera sempre più pesante sulla capacità dei Comuni di erogare servizi alla cittadinanza. Una mozione era stata accolta da 40 sindaci nell’ultimo consiglio metropolitano: l’obiettivo era impegnare l’Amministrazione metropolitana a sostenere presso tutte le sedi istituzionali l’appello dei sindaci a rivedere urgentemente i criteri del Fondo di Solidarietà Comunale e ridurre drasticamente i tagli previsti al territorio.
Le voci dei primi cittadini della provincia si sono levate alte: «I nostri cittadini sono trattati come cittadini di serie B – ha detto Alessio Pascucci, Sindaco di Cerveteri – quando il Governo stabilisce le risorse da trasferire ai Comuni non considera che oggi abbiamo 40.000 residenti che necessitano di servizi essenziali, quando invece ci chiede di accogliere i rifugiati, dovere civico e morale al quale non vogliamo sottrarci, allora suddivide i migranti per il numero di abitanti. Peggio ancora succede con il Fondo di Solidarietà Comunale: i soldi pagati dai nostri cittadini sono usati per erogare servizi in altri comuni. Un’ingiustizia che non è più possibile accettare».
«I nostri Comuni sono molto più penalizzati di altri – ha detto Francesco Pizzorno, Sindaco di Anguillara Sabazia – per fare un paragone, con i tagli fatti nel 2015 ai comuni della Provincia Metropolitana potremmo tranquillamente andare in Europa per pagare il debito della Grecia. La politica qui non c’entra, stiamo parlando di servizi essenziali a cui i cittadini non possono rinunciare».
«Le previsioni del Governo – ha detto Crescenzo Paliotta, Sindaco di Ladispoli – sono bene diverse da quella che è la realtà dei singoli Comuni. Città a vocazione turistica, come la nostra, sono ulteriormente penalizzate per la presenza delle case estive, cui il Governo impone di pagare la IMU. Non tutti sanno, però, che di questa IMU lo Stato tiene per sé in media il 38% di quanto versano i cittadini. Ma è una cifra che rimane sulla carta perché nella realtà, al netto dei mancati pagamenti che che gravano interamente sui Comuni, e delle crescenti difficoltà delle famiglie ad arrivare alla fine del mese, il prelievo forzoso da parte dello Stato ammonta all’82%. Il prossimo 9 giugno saremo al MAEF per illustrare questa situazione assurda al Sottosegretario Baretta».
«Spesso non abbiamo risorse neppure per garantire le manutenzioni ordinarie – ha detto Giampiero Nardelli, Vicesindaco di Bracciano – o per l’assistenza alle fasce più deboli della popolazione, che chiede risposte concrete, contribuire al Fondo di Solidarietà è una difficoltà che non possiamo affrontare. Abbiamo fortemente bisogno delle risorse che lo Stato vuole sottrarci, altrimenti non potremo fare neppure un minino di programmazione per quanto riguarda le opere pubbliche necessarie ai cittadini. La nostra è un’area a vocazione turistica e la scarsità di risorse non ci permette di fare dei miglioramenti all’arredo urbano: con un ulteriore impatto negativo per l’economia locale».
Presente in conferenza stampa anche il Consigliere della Città Metropolitana Federico Ascani: «Lo scorso lunedì è stata una giornata molto importante. Grazie al gioco di squadra, a Palazzo Valentini durante la Conferenza metropolitana, insieme ai sindaci dell’Etruria meridionale e su loro iniziativa, abbiamo preparato una mozione, condivisa dagli altri Sindaci presenti, che ha sottoposto all’attenzione del Consiglio metropolitano alcune criticità. La finalità è stata quella di promuovere ogni iniziativa utile al perseguimento della revisione dell’attuale riparto del Fondo di Solidarietà comunale 2015, che rischia di ridurre ulteriormente le poche risorse a disposizione dei Comuni. Se il passaggio alla Città Metropolitana ha creato alcune criticità, propone anche dei vantaggi, essendo un Ente amministrato da chi è già amministratore nei rispettivi Comuni e condivide queste difficoltà».
«La conferenza stampa si è chiusa con l’annuncio da parte dei Sindaci di nuove iniziative congiunte per richiamare l’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica sulle conseguenze asfissianti causate ai Comuni dal Fondo di Solidarietà e dal Patto di Stabilità – conclude – Quest’ultimo, in particolare, è indicato come il principale ostacolo alla realizzazione di nuove opere pubbliche poiché impedisce alle Amministrazioni locali di attingere alle risorse che già sono nelle casse comunali. Queste risorse, che appartengono alle comunità locali, restano ferme e vincolate per permettere allo Stato di dimostrare all’Europa di aver contenuto la spesa pubblica nazionale».
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