Riuscirà Colleferro a voltare pagina dopo venti anni di Amministrazione della destra? È questa la prima domanda che ci siamo posti quando abbiamo incontrato Pierluigi Sanna, il 27enne candidato sindaco grande rivelazione nelle primarie del centrosinistra e già consigliere comunale. Nonostante la sua giovane età ha maturato un’esperienza politica di
tutto rispetto; prima come candidato alle Provinciali con Zingaretti poi presso la Regione Lazio agli Affari Costituzionali e ai Trasporti. Spetta a lui affrontare Silvano Moffa, 64 anni, il plurieletto sindaco, già presidente della Provincia, parlamentare e sottosegretario.
Sarà un confronto che cambierà per sempre la storia di questa città e non solo per l’ormai “noiosa” questione del “ricambio generazionale”. In questa competizione elettorale si mettono sulla bilancia due idee contrapposte di crescita e sviluppo. Dopo aver ascoltato il candidato di centrodestra conosciamo così più da vicino Pierluigi.
Al termine di questa lunga campagna elettorale in cui hai incontrato centinaia di persone quali sono le tue impressioni?
In città serpeggia un preoccupante sentimento di sconforto, ma d’altra parte c’è anche una forte domanda di cambiamento e questo mi lascia sperare per il voto finale. Vogliamo liberare Colleferro dal malgoverno. Sono stati anni, troppi anni, in cui non è accaduto nulla di nuovo. In campagna elettorale abbiamo parlato di “svolta”, credo che con l’aiuto di tutti ci riusciremo a cambiare la storia di questa città.
In un Paese in cui l’astensionismo è il primo partito, non ha paura di uno stravolgimento del voto?
La mancanza di partecipazione dei cittadini è purtroppo un dato di fatto di cui dovremo tutti farci carico. Credo che in queste elezioni però i colleferrini intendano manifestare la propria opinione al fine di voltare per sempre pagina. Sono sicuro che ci sarà una buona
risposta. Spero che le votazioni si svolgano in un clima democratico.
I riflettori sono tutti puntati su questo confronto con Silvano Moffa, il “vecchio” professionista della politica. Dal suo punto di vista la questione generazionale può essere un vantaggio o costituisce di fatto un ostacolo?
Voglio precisare innanzitutto, come emerge da un rilevamento del Ministero dell’Interno, che ben 66 Comuni in Italia sono guidati da sindaci di età non superiore ai 27 anni alla nomina, alcuni dei quali molto popolosi. Colleferro, pertanto, non rappresenterebbe assolutamente un’eccezione. Considero il dialogo con le vecchie generazioni molto importante e imprescindibile per il raggiungimento del benessere cittadino quindi sono un convinto sostenitore del patto generazionale. Siamo come nani sulle spalle di giganti, per riprendere una nota metafora.
Governare Colleferro significa affrontare da una parte la crescita economica-industriale dall’altra l’annosa questione ambientale. Lei quale direzione intende intraprendere?
Rispondo dicendo che avere un’attenzione all’ambiente e all’ecologia non è in contrasto con una politica industriale e del lavoro. Anzi, credo che con le nuove tecnologie possa esserci un valore aggiunto in entrambi i sensi. Di certo veniamo da anni in cui questo rapporto è stato sbilanciato da una parte o dall’altra con risultati disastrosi.
Moffa, in questo senso, ha innegabili responsabilità. Molti problemi risalgono ancora alla sua malagestione cittadina. Da allora Colleferro non è più uscita
dal tunnel.
Allora come intende rilanciare Colleferro?
Ho parlato di una svolta “sana”, senza cioè grandi utopie, ma partendo da una gestione oculata del governo della città. Vogliamo
ricominciare dall’artigianato e da un nuovo progetto di digitalizzazione delle pratiche per la pubblica amministrazione, due punti al centro del mio programma che sono sicuro possano generare posti di lavoro.
Il suo primo atto da sindaco?
Vorrei cominciare dalla raccolta differenziata, questa grande incompiuta. Non si capisce perché ancora non sia partita. Colleferro inizierà a cambiare da qui, vogliamo dimostrare che ci può essere un’altra idea di questa città. Una città cioè più sana, sostenibile e bella.