Diossina, Furani, Policlorobifenili o Pcb: dopo 20 giorni e le prime analisi resta la paura inquinamento chimico a Fiumicino aeroporto, dove nonostante i primi dati positivi regna ancora l’incertezza sulla qualità dell’aria e sulle condizioni sanitarie nello scalo.
Venerdì mattina Aeroporti di Roma prima ha chiesto “all’Enac una riduzione dell’operatività aeroportuale del Leonardo da Vinci al 60%” “a seguito delle gravi preoccupazioni da parte dei lavoratori aeroportuali riguardanti la salubrità dei luoghi di lavoro, dovute alla mancata comunicazione da parte delle Autorità competenti delle analisi comprovanti il relativo stato della struttura aeroportuale coinvolta dall’incendio del 7 maggio che sta comportando notevoli disagi”, poi la Asl Roma D ha fatto sapere nel pomeriggio che “sulla base dei dati trasmessi, riferiti ai primi 4 giorni di monitoraggio, le valutazioni effettuate” dall’Istituto superiore di sanità “per il PM10 e diossine non suggeriscono un significativo incremento di rischio sanitario, limitatamente al breve periodo considerato” e che “Per gli altri inquinanti considerati le concentrazioni riscontrate sono in linea con quelle normalmente misurate in aria urbana”. Dunque la presa di posizione dell’Enac, l’ente che presiede al controllo dell’aviazione civile che “ha deciso di mantenere la riduzione della capacità operativa dell’Aeroporto di Roma Fiumicino allocata all’80% come attualmente previsto”.
Un risultato importante dopo la confusione dei giorni scorsi e la mancanza di informazioni ma ancora non in grado di fugare tutti i dubbi sulla completa salubrità delle strutture. Tanto che la stessa Asl Roma D, in una nota, si è cautelata ricordando che “in ogni caso si segnala la necessità di proseguire le attività di monitoraggio dell’aria indoor, al fine di valutare il trend dei livelli di concentrazione ambientali degli inquinanti considerati”.
Dopo la riduzione all’80 per cento dello scalo e la chiusura mercoledì scorso del molo D del terminal 3 dopo l’avvio dell’inchiesta della Procura di Civitavecchia, su Fiumicino restano molti punti oscuri, anche se è stata scongiurata una forte riduzione dell’operativa proprio in concomitanza con i giorni i vacanza collegati al ponte del 2 giugno. Le analisi, effettuate dall’Istituto Superiore di Sanità per conto della Asl Roma D non hanno per ora evidenziato livelli anomali degli inquinanti ricercati tra cui la temibile diossina. Gli accertamenti però continuano, con rilevatori posizionati nell’area aperta al pubblico e in corrispondenza dei banchi del check-in mentre un pezzo di aeroporto resta chiuso (circa 16 gate) costringendo una grossa fetta di passeggeri, circa 130mila, a un servizio meno efficiente.
Giovedì il sindaco di Fiumicino Esterino Montino aveva “inviato una diffida ai vertici della ASL RMD per avere immediatamente gli esiti di tutte le analisi eseguite da ArpaLazio per conto della ASL RMD all’interno del terminal T3 dell’Aeroporto Leonardo Da Vinci” denunciando l’impreparazione delle strutture pubbliche e la mancanza di strumenti di analisi presenti nell’aeroporto. Una situazione che, a 20 giorni dall’incendio ha portato il Sap, sindacato della polizia aerea, a denunciare con forza la situazione e l’Enac (ente che presiede alla gestione dell’aviazione civile) a incontrare le associazioni dei consumatori per analizzare alcune problematiche emerse dopo l’incendio che ha interessato una parte del Terminal 3 dell’Aeroporto di Roma Fiumicino, con particolare riferimento alla tutela dei diritti del passeggero e della qualità dei servizi. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti del Comitato Nazionale Consumatori e Utenti, di Confconsumatori, Adiconsum, Codacons e del Centro Europeo dei Consumatori Italia.
Per la settimana prossima, venerdì 5 giugno, è stata convocata una riunione a cui parteciperanno, tra gli altri, le associazioni di vettori Assaereo e Ibar, il presidente del Comitato delle compagnie aeree che operano a Roma Fiumicino, alcuni rappresentati delle principali compagnie aeree e la società di gestione Aeroporti di Roma – ADR. L’incontro servirà a definire una linea che permetta agli operatori di individuare un percorso di assistenza condiviso, contribuendo così alla limitazione dei disservizi e dei disagi per i passeggeri coinvolti.
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