La recente nomina di vice-sindaco alla Città Metropolitana non ha cambiato per nulla il suo rapporto di vicinanza ai cittadini. Mauro Alessandri è una delle personalità politiche più apprezzate in provincia di Roma, un giovane con una lunga esperienza alle spalle che coltiva i suoi studi ed è legato al suo quotidiano lavoro di professore.
A un anno dalla sua rielezione a sindaco di Monterotondo gli abbiamo rivolto qualche domanda per fare un primo bilancio.
Signor sindaco, in campagna elettorale nel maggio dello scorso anno lei promise una particolare attenzione al problema del lavoro. Fece riferimento alle proposte che arrivano dall’Unione europea e alla opportunità di istituire tirocini formativi retribuiti. La promessa ha avuto sviluppi?
Si, abbiamo attraverso fondi europei, attivato tirocini formativi retribuiti con una durata massima di sei mesi, da 20 ad un massimo di 32 ore settimanali, e dovranno concludersi entro il 30 giugno 2015. Abbiamo investito 150.000 euro di risorse europee su questo. I tirocinanti sono assistiti da tutor aziendali e percepiscono un’indennità di partecipazione di 400 euro mensili. Non è la soluzione ai mali del nostro tempo, ma comunque il modello è convincente: ti formi, certo, ma sei comunque retribuito, non devi essere tu a pagare, come spesso avviene. Sono rivolti a persone maggiorenni e residenti nel Comune di Monterotondo, disoccupati o inoccupati. Il bando è stato chiuso a ottobre dello scorso anno, 3 mesi dopo l’inizio del mio secondo mandato. Nei primi 100 giorni di governo dunque già avevamo onorato il primo punto del programma. Credo che potevamo fare anche meglio, destinando quota parte di risorse inferiore alla retribuzione dei tutor e maggiore invece a quella dei tirocinanti: sarà obiettivo del prossimo bando.
Ci sono poi i temi che talora angosciano i sindaci a causa del patto di stabilità e dei tagli alle risorse dello stato. Ma qui vorremmo che lei facesse un bilancio complessivo dei suoi 6 anni di governo del Comune. Eccoli uno per uno. Viabilità, rifiuti e interventi sociali. I progetti in programma non sono pochi. In questo periodo però si parla molto di tagli alle spese e buona gestione dei conti pubblici. Come intende agire a riguardo?
Bilancio prevalentemente positivo, se fosse stato negativo non sarei stato riconfermato sindaco dal 52% degli elettori al primo turno, in presenza di altri 6 candidati sindaco, 7 con me, due dei quali erano stati in maggioranza fino a pochi mesi prima. Questa fiducia è la prova che il mio giudizio non è viziato da personalismo o altro. Buon lavoro fatto sui servizi sociali. Abbiamo intercettato tanti nuovi bisogni e messo in campo programmi e risorse per sanarli. In un momento di crisi forte, devastante, nel nostro Comune abbiamo puntato su misure di contrasto alla povertà e integrazione del reddito, sul sostegno alle famiglie e su questo fronte non siamo arretrati di un centimetro, non abbiamo tagliato un euro. Ora siamo in difficoltà per il blocco dei trasferimenti sul sociale che non arrivano dalla Regione Lazio, che comunque è sempre stata attenta al territorio e con la quale c’è un dialogo giornaliero. Proprio la mole della nostra spesa sociale fa sì che abbiamo speso tante risorse, anticipandole, per non chiudere i servizi, e ora, se non arrivano fondi regionali, i servizi sociali rischiano la chiusura, perché le coop sociali non ce la fanno a sostenere l’onere del loro mantenimento senza le risorse adeguate. Stiamo affrontando questa fase insieme, uniti, senza polemiche improduttive: ce la faremo a superare questa difficoltà, aspettiamo che la Regione ci sostenga.
Sul tema dei rifiuti voglio dire che sono diventato sindaco e 24 giorni dopo la mia proclamazione la società che gestiva la raccolta e il pulimento della città è fallita. A quel punto attraverso la nostra azienda a capitale interamente pubblico, l’Apm, abbiamo lavorato duro. Abbiamo stabilizzato chi aveva un contratto precario, nel primo anno della prima consigliatura, nel secondo abbiamo portato a orario pieno chi era a orario parziale, decine di lavoratori, tra il terzo e il quarto anno di consigliatura abbiamo affidato per 7 anni la raccolta differenziata porta a porta. Nell’ultimo siamo riusciti a estenderla a tutto Monterotondo scalo e alla nostra zona industriale. Tutto questo con una azienda pubblica, Apm appunto, che per 6 anni di seguito, dall’inizio del mio mandato, ha chiuso bilanci in attivo.
Oggi abbiamo percentuali di raccolta differenziata che non mi soddisfano: 25% su tutto territorio comunale e, questo invece è buono, tra 55 e 60 nelle zone dove è attiva. Qualche giorno fa in Consiglio abbiamo dato l’affidamento per la realizzazione di un ecocentro comunale alla nostra azienda e di un impianto di valorizzazione della frazione secca: fatto questo dobbiamo puntare nel 2016 a raggiungere il 60% di differenziata porta a porta. Avevamo promesso nel programma di raggiungere questo obbiettivo nel primo semestre 2015, siamo in ritardo, dobbiamo recuperare, lo dobbiamo alla città.
E sul tema della viabilità?
Qui le grandi questioni sono legate a interventi metropolitani e regionali: raddoppio Salaria, che la Regione sta affidando, che significherà pure mettere in sicurezza Monterotondo Scalo dal pericolo esondazione. Mentre nella programmazione della Città Metropolitana sta riprendendo corpo il programma del raddoppio del Sottopasso Vallericca, vitale per noi. Terzo, se insieme alla Regione recuperiamo pure il programma di strada di collegamento tra via Fornaci e Nomentana significa aver liberato Monterotondo da tutto il traffico extraurbano e aver dato servizi di viabilità e mobilità migliori a un’area di 100mila abitanti (per la quale è vitale pure la prosecuzione del raddoppio della Nomentana sul Comune di Fonte Nuova in particolare).
Nel nostro programma c’era l’impegno a adottare un nuovo piano del traffico cittadino, le poche risorse, e i tagli intervenuti in corso d’opera ci hanno frenato. Siamo comunque al lavoro per chiudere questa partita almeno nel prossimo anno.
Come hanno inciso i tagli del Governo sulla gestione amministrativa e come ha fatto fronte alla diminuzione delle risorse?
Sempre peggio, per questo anno un altro taglio al fondo di solidarietà. Sono 5 anni che con denari dei propri bilanci i Comuni finanziano il debito della Nazione. Noi abbiamo ridotto ogni spesa, anche quelle non inutili, su altre fonti di costo o perdita stiamo facendo un grosso lavoro, che in parte ha già dato i suoi frutti, ma non sappiamo più cosa fare di fronte a tagli che in corso d’anno ci arrivano improvvisi compromettendo ogni nostra progettualità. Se questo si aggiunge ai mancati trasferimenti da parte di altri enti, ecco qua che il quadro è di un rischio di collasso dell’intero sistema Italia. Ora il Governo con la rinegoziazione dei mutui ci aveva dato un po’ di respiro, ma l’ossigeno che ci dà da una parte ce lo toglie dall’altra col taglio al fondo solidarietà.
La trasparenza degli atti amministrati è ormai proclamata da tanti amministratori. Per di più vanno molto di moda i cosiddetti processi partecipati dai comitati dei cittadini. A Monterotondo dovrebbe essere più semplice che a Roma. Ma è davvero così?
Sì, è davvero così, per un dato numerico. Far partecipare 5.000 persone è più semplice che farlo per 500.000. Per il resto, in scala, si incontrano gli stessi problemi, che sono i problemi della crisi della rappresentanza con i quali si scontra il nostro tempo. Qui a Monterotondo il sindaco Lupi, prima di me, ha aperto e guidato una stagione di partecipazione straordinaria, bella, densa , organizzata, che ha permesso a tanti cittadini di ragionare insieme su opere pubbliche, sociale, bilancio. Fu bravissimo lui e c’era anche una società ricettiva, entusiasta, che voleva partecipare, lo pretendeva. Oggi, nell’arco di pochi anni, questa voglia di partecipare si è allentata, magari noi dobbiamo rimotivarla e riorganizzare le strade della partecipazione per rinsaldare il patto tra istituzioni e società: noi abbiamo comitati di quartiere molto attivi e costruttivi, con i quali non sempre si va d’accordo. Sulla trasparenza invece il nostro Comune ha anticipato con scelte proprie ogni iniziativa che poi il legislatore ha obbligato. Dall’albo Pretorio on line, alla pubblicazione di curricula e redditi di personale politico e tecnico. Nel 2010 è stata l’Università di Reggio Emilia a invitarci a tenere una lezione sulla comunicazione in rete e sui social network. Attraverso la nostra presenza sui social abbiamo fatto una scelta di trasparenza, di velocità di rapporto con la città: ci esponiamo a critiche, giudizi, apprezzamenti senza filtri; informiamo i cittadini in tempo reale nelle situazioni di emergenza.
Infine una domanda un po’ maliziosa. Per ora la neocostituita città metropolitana versa in una sorta di stato di quiescenza, ma quando comincerà a funzionare veramente come farà a conciliare i due ruoli, quelle di sindaco e quello di vice sindaco (da poco nominato) di questa nuova istituzione?
Alle 8.30 sono in Comune, tutti i giorni. Come sempre. Da febbraio sono stato nominato vicesindaco, il lavoro è a pieno regime da 4 mesi ormai, e io non ho cambiato abitudini. A Monterotondo tutti i giorni, tutte le mattine e due pomeriggi a settimana, a palazzo Valentini, o comunque a servizio dei territori metropolitani, tre pomeriggi la settimana, quei pomeriggi nei quali il Comune è chiuso, tra le altre cose. Il fine settimana sempre tra i cittadini, io vivo qua, lavoro qua. Abito a Monterotondo. Alla città metropolitana dedico un tempo importante comunque, e di qualità, tempo che non sottraggo ai miei cittadini: lavoro semplicemente di più. Semmai lo sottraggo alla mia famiglia e al mio tempo libero: ma non ai miei cittadini. Si consideri che la Città Metropolitana è un ente di secondo livello, che chi lo amministra è per forza anche sindaco o consigliere in altri Comuni. Il legislatore non credo si aspettasse di più da noi, né possono aspettarselo le comunità, viste le condizioni date. Svolgo gratis, senza indennità, rimborsi e altro, questo secondo incarico.