Fiumicino, il Terminal 3 non riapre. E a Ciampino esplode la rabbia

È caos dopo la relazione dell'Iss. Ritorna la contesa dei voli

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Aeroporto di Fiumicino Attentati Bruxelles

Se Fiumicino piange, Ciampino non ride. È sempre più caos nella capitale sulla questione aeroporti. Il recente rinvio della riapertura del Terminal 3 dopo l’incendio del 7 maggio scorso getta ulteriore preoccupazione tra i comitati cittadini e rinnova la storica contesa dei voli tra i due scali romani. In attesa di una data certa per il completamento della bonifica dell’area interessata dal rogo allo scalo Leonardo Da Vinci, il secondo aeroporto della città,  il Giovan Battista Pastine, dovrà sostenere il carico di una parte degli arrivi e delle partenze.

DISAGI A CIAMPINO – Il risultato, per il “Comitato per la riduzione dell’impatto ambientale dell’aeroporto di Ciampino”, «è un vero e proprio disastro». «Oggi (ieri ndr) – spiega Roberto Barcaroli, portavoce del comitato – abbiamo contato 150 voli e nei giorni scorsi ci sono state punte anche superiori ai 160. In sostanza – spiega – abbiamo ben oltrepassato il limite fissato a 100 dall’ordinanza del 2007, ma siamo andati fuori anche da tutti i parametri del passato. Questa situazione è intollerabile. Stiamo preparando un’azione legale per la tutela della salute dei cittadini. Ciampino non può più sostenere da sola questo carico».

IL NODO – Il problema, almeno per il momento, è quello legato al completamento della messa in sicurezza del Terminal 3 e in questo L’Istituto Superiore della Sanità è stato chiaro. «In base alle analisi effettuate dal Dipartimento Ambiente dell’Istituto Superiore di Sanità  – si legge nel comunicato dell’Iss – si rileva il permanere di una sorgente di contaminazione attiva delle concentrazioni di alcuni inquinanti (in particolare Pcdd, Pcdf e Pcb). L’esposizione umana a queste sostanze, sebbene in base alle valutazioni degli esperti non costituisca rischio in eccesso per la salute, nell’ottica di una completa riapertura del terminal deve essere ridotta il prima possibile e la bonifica, già avviata, deve essere completata. Al fine di quindi di assicurare le condizioni di qualità dell’aria indoor – continua il comunicato – in base ai parametri indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità prima della riapertura del terminal si raccomanda di procedere in modo tempestivo all’eliminazione radicale della sorgente inquinante con modalità che impediscano la diffusione della contaminazione. L’Istituto sta inoltre proseguendo l’attività di monitoraggio e tale attività sarà estesa anche alle aree già sottoposte a bonifica». Si ricomincia punto e a capo e ciò vuol dire che seguiranno nuovi studi e verifiche. A oggi non si può escludere che venga richiesta la bonifica totale del molo B, né si può fare una stima totale dei danni.

I LAVORATORI – E intanto allo scalo la situazione lavorativa è al collasso. Ieri in una nota l’Unione Sindacale di Base denunciava: «Ai precari intossicati che hanno terminato il contratto gli viene detto che essendosi ammalati non possono essere richiamati».
I consiglieri della lista civica Grande Fiumicino, Mauro Gonnelli e William De Vecchis «vista la criticità che si sta vivendo in aeroporto con il perdurare del disagio causato dal mancato utilizzo di strutture di supporto e il continuo aumento di passeggeri» lanciano «un appello al prefetto affinché disponga l’invio di un ulteriore numero di uomini delle forze dell’ordine in supporto a quelle oggi disponibili che risultano, soprattutto nel settore controllo passaporti, non più sufficienti. Anche la polizia locale necessita, a nostro avviso, di un incremento di personale a supporto delle attività di loro competenza».

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