No alla Roma Latina, sale la protesta

Tegola di Natale per associazioni, comitati e aziende agricole del territorio

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Il 2015 si chiude con una brutta tegola per quanti speravano in un insabbiamento dell’Autostrada Roma Latina. Il Governo ci ha ripensato e l’opera è stata rifinanziata.

IL PROGETTO – Il progetto prevede un’asse autostradale di 68,3 km nella tratta compresa tra Roma e Latina. Poi c’è la bretella Cisterna-Valmontone di altri 31,5 km cui si devono aggiungere altre oper infrastrutturali, legate esclusivamente all’asfalto. Tra queste anche la bretella che, “sfioccando” all’altezza dell’Osteria Malpasso, congiungerà l’autostrada Roma Latina all’A12 Roma-Civitavecchia.”Il costo complessivo dell’opera che – ricorda ANAS – verrà realizzata in partenariato pubblico-privato è pari a 2,8 miliardi di euro. La durata massima prevista per la concessione di 50 anni”.

MALUMORI – Associazioni ambientaliste, comitati di quartiere e aziende agricole hanno annunciato battaglia. Si chiede l’annullamento del progetto e l’utilizzo di queste risorse per la messa in sicurezza della via Pontina e la realizzazione di una metropolitana leggera a servizio dell’intera provincia. «Cominciamo ad organizzare l’ecoresistenza frontale al futuro cantiere – dichiara il comitato No Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera. In questo luogo meraviglioso hanno previsto la devastante opera della Bretella Cisterna Valmontone, non possiamo permetterlo».
«La notizia – dichiara in una nota Valentina Corrado, capogruppo del M5S Lazio – non può che provocare un moto di sgomento in ogni cittadino e contribuente laziale, che vede profilarsi all’orizzonte l’ennesima opera inutile a spese della collettività. Noi del M5S – prosegue – negli incontri con i comitati e con i pendolari abbiamo sempre ribadito la nostra contrarietà a questa opera che non porterà nessun beneficio al pubblico ma solo ai privati. La storia giudiziaria di questo progetto dovrebbe suggerire a tutti di desistere ma ci sono interessi economici molto forti che uniscono destra e sinistra e che pongono il buonsenso in secondo piano davanti ai calcoli elettorali. Si metta in sicurezza la Pontina e si vada avanti sul progetto di una metropolitana leggera che favorisca i pendolari e non i soliti cementificatori con buone entrature nelle istituzioni».

L’ALTERNATIVA – I comitati spingono per una riconversione del finanziamento Cipe. «Siamo sempre stati coscienti che la nostra lotta non era facile – si legge in una nota del coordinamento dei comitati del No alla Roma Latina – perché toccava gli interessi dei grandi avvoltoi rapaci imprenditori di appalti pubblici. Noi siamo stati e saremo sempre dalla parte delle nostre comunità, dei pendolari e degli agricoltori, per l’adeguamento in sicurezza di tutta la via Pontina e i 600 morti per incidenti stradali sono tutti sulla coscienza dei governanti, come quelli per il forte inquinamento atmosferico. Siamo – continuano – per la difesa delle decine di aziende agricole d’eccellenza che verranno espropriate, per la tutela contro lo sventramento del Parco di Decima-Malafede e dell’impatto sul Lago di Giulianello, per la difesa della qualità della vita contro il grave danno sociale sui quartieri di Roma Sud, per la metropolitana leggera meno costosa e più efficace perché ridurrà del 60% il traffico delle auto sulla via Pontina eliminando le interminabili file, riducendo i tempi di percorrenza sia per chi utilizzerà il mezzo di trasporto su ferro e sia per chi continuerà ad usare il mezzo privato.  Ci appelliamo a tutte/i gli uomini e le donne liberi/e, alla cittadinanza attiva, affinché come un solo corpo vivo ed ecoresistente si compattino unitariamente e fraternamente al nostro movimento autonomo e indipendente per bloccare la devastazione. Con l’apertura del cantiere, tutto non sarà più come prima. Invitiamo tutte/i a non arrendersi, perché un atto ingiusto trasformato in legge è violenza».

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