Ormai chi fa impresa è giunto alla sconsolante conclusione che in Italia non paga più nessuno, per non parlare delle pubbliche amministrazioni che nonostante gli esempi virtuosi come la Regione Lazio degli ultimi tempi, pagano addirittura a pluriennali babbi morti. Ci si attenderebbe che almeno le grandi aziende che vantano solidi bilanci provvedessero diversamente, ma non è così. Per stare a casa nostra numerosi imprenditori che hanno vinto regolari gare d’appalto con Acea al massimo ribasso, ci segnalano il comportamento della multiutility capitolina vicina ormai alla chiusura dei propri bilanci per il 2013.
Accade infatti che i crediti di questi fornitori, in attesa di sostanziosi pagamenti, non vengano contabilizzati dall’azienda per l’anno in corso il che impedisce loro di fatturare. Con il risultato che occorrano due mesi per procedere all’operazione contabile e altri 120 giorni per l’effettivo pagamento delle fatture. Teoricamente il giochetto che consente ad Acea di risparmiare sugli interessi, sarebbe vietato dalla normativa europea che prevede i pagamenti a 60 giorni dalla emissione della fattura. Con questo sistema si scaricano così sui fornitori i costi bancari dell’operazione. Ovviamente le aziende fornitrici non possono alzare la voce per paura di venir escluse dall’elenco delle ditte accreditate.
Si tratta per lo più di manutenzione nel settore idrico, elettrico ed elettromeccanico, considerati da Acea “settori speciali” quindi sottratti alla normativa vigente. Ora la faccenda potrebbe passare inosservata se si trattasse della carta igienica che pure ha la sua importanza, ma a quanto pare parliamo di decine di milioni di euro che per qualche tempo restano congelati ad esclusivo vantaggio della partecipata capitolina. Pur senza creare aspettative ci risulta che Acea stia mettendo mano a questa incresciosa (per le ditte fornitrici) situazione. Speriamo, perché la fine dell’anno è vicina e un provvidenziale, anche se ritardatario Babbo Natale non guasterebbe.
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