Punti verde qualità: una mina finanziaria sotto il Comune di Roma

La vicenda si trascina da anni e oggi sembra essere a un punto morto, anche per le istituzioni comunali

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Dei Punti Verdi Qualità ormai non parla più nessuno. Su quella lodevole iniziativa lanciata da Rutelli che intendeva affidare aree dismesse e degradate all’associazionismo per farne centri sportivi e di intrattenimento sociale,  è calato il velo. Eppure appena due anni fa la Procura aveva individuato presunti illeciti di costruttori e concessionari nella realizzazione degli stessi. Fatture gonfiate, lavori sospesi e tanto altro ancora sino all’abbandono di strutture mai completate quali il Parco Feronia oppure completate e successivamente semiabbandonate dell’Olgiata.

UNO SCANDALO DA NOI DOCUMENTATO – Uno scandalo di cui questa testata ha scritto e documentato sino alla nausea meritandosi intimidazioni e pesanti minacce. Ora tutto tace, o meglio, dopo anni di inutili commissioni di scopo che si sono succedute con vertiginosa rapidità coinvolgendo tecnici e dirigenti del Comune, ancora non si riesce ad avere un quadro della situazione. Eh si, perché negli anni concessionari e costruttori hanno ottenuto mutui per centinaia di milioni (si stima almeno 300) dal Credito cooperativo per realizzare strutture che in parte funzionano egregiamente ma patiscono una grave crisi finanziaria. Infatti la prodigalità della banca è coperta dalla garanzia fideiussoria del Campidoglio al 92%, solo che oggi molti concessionari non pagano le rate del mutuo, mentre in altri casi quei soldi risulterebbero inesigibili perché i concessionari e costruttori sono saltati per aria. In pratica se non interviene un accordo “politico” fra l’istituto di credito e il Comune prima o poi il Campidoglio dovrà onorare il fallimento altrui.

CIRCA 100 MILIONI DA PAGARE – Forse più di 100 milioni, quasi un quinto di quanto ottenuto con il “salva Roma tre”. Certo, in termini di bilancio la minaccia non appare. Infatti riteniamo che il Comune continui a pagare solo il costo della fideiussione anche se ha già utilizzato una decina di milioni del fondo di garanzia a carico dei concessionari per coprire ad esempio le difficoltà dei Pvq Perconti e Maximo. In ogni caso il Campidoglio rimane proprietario dei suoli e delle eventuali strutture delle quali non saprebbe cosa farne. Ma il bubbone prima o poi scoppierà. Che la situazione segnali allarme rosso lo dimostrano gli avvenimenti recenti. Il  26 febbraio si è svolta una riunione presso i locali dell’assessorato ambiente di Circonvallazione Ostiense con l’assessore Estella Marino, il dirigente servizio giardini Cignini e una ventina di concessionari, i quali rivendicano una rimodulazione del debito ed il diritto di superficie sulle aree loro concesse.

QUESTIONE ANCORA APERTA – In quella sede si è potuto constatare che  non si riesce a trovare un responsabile del procedimento dopo la fuga dei vari dirigenti dalle numerose commissioni che si sono susseguite negli ultimi tre anni. Per cui si è deciso di scrivere una lettera al Sindaco, alla Ragioneria e al Segretario Generale nella quale i dirigenti Altamura e Cignini denunciano tutte le criticità della situazione e l’impossibilità di affrontare il problema dei PVQ. Quindi si chiede l’istituzione dell’ennesimo Ufficio di Scopo. Anche Estella Marino getta la spugna affidandosi, scusate il bisticcio, all’italico “stellone” per cui i problemi si risolvono da soli.

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