Mentre il titolo Acea oscilla fra i meno 4 di ieri ed il più 1 di oggi, la vicenda delle nomine ai vertici della società sembra avviata a soluzione. Certo, in qualche modo Ignazio Marino la spunta ma (dopo le polemiche di questi mesi) trovando l’accordo con i soci privati Caltagirone e Gaz De France che sulla sostituzione dell’ad Gallo avevano puntato i piedi.
NODO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE – Il nodo che Marino dovrà invece sciogliere entro il 9 maggio riguarda il numero dei componenti del consiglio di amministrazione che Ignazio intendeva ridurre con la scusa di risparmiare, ma senza tener conto delle laute liquidazioni dei consiglieri dimissionati anzitempo. In questa situazione di incertezza i nomi che vanno per la maggiore sono quelli di Catia Tomasetti presidente e Alberto Irace amministratore delegato. Scelte di indiscutibile professionalità che il sindaco avrebbe condiviso solo con il suo inner circle rappresentato dal consulente legale Gianluigi Pellegrino, Alessandra Cattoi, la capo segreteria Silvia Decina, i dirigenti Mattia Stella e Maurizio Pucci.
GRANDE ESCLUSO IL PD – Grande escluso il Pd romano che su tutta la vicenda non ha proprio toccato palla. Anzi, proprio su Irace il sindaco avrebbe fatto la mossa del cavallo puntato ad un accordo diretto con i renziani al governo, lasciando un ruolo al Pd nazionale che non poteva venir tagliato del tutto fuori dai giochi. Alla fine della fiera spunta un amministratore delegato ben visto dai soci privati (e poco dai sindacati per il suo carattere irascibile) che in Irace vedono la continuità aziendale. Dirigente interno all’Acea dal 2007 e guarda caso, coordinatore delle Gestioni idriche di Toscana e Umbria, consociata della multiutility romana, con la quale un Matteo Renzi sindaco di Firenze ha sempre intrattenuto ottimi rapporti. L’avv. Catia Tomasetti lavora invece ad alto livello per lo studio Pernelli eredi Pappalardo dove si occupa di project financing ed già stata consulente legale di Acea. Tutto filerebbe se Marino non avesse il chiodo fisso della riduzione del numero dei consiglieri del Cda che i mercati finanziari non vedono con favore. Eppure lui ci prova esercitando una sorta di moral suasion sui riluttanti consiglieri Andrea Peruzy, dalemiano doc che siede in consiglio dal 2008 e Antonella Illuminati.
FERITA APERTA – Che tutta questa danza non sia gradita dal Pd romano verrebbe confermato da un recente scontro fra il sindaco e il segretario romano Lionello Cosentino nel corso di un incontro privato. Per il resto silenzio, o meglio sotterranei mugugni, mentre la maggioranza si appresta a votare un bilancio necessariamente impopolare. Così mentre il sindaco snobba alla grande amici e compagni romani, loro paiono accontentarsi di un improbabile rimpasto di giunta che verrà quando verrà. A Marino e ai suoi fedelissimi invece i grandi giochi, quelli di Acea oggi e delle municipalizzate domani. Non succedeva nemmeno con Alemanno.
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