Nessun rinvio per la Tasi. Si paga entro il 16 giugno

Le novità dal vertice in corso tra Comuni e Governo. Si rischia un aumento delle tariffe

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imu tares

Il rinvio del pagamento della Tasi sarebbe possibile ”solo se valesse per tutti i Comuni” e non solamente per quelli che ”non si sono dimostrati ‘bravi”’ e non hanno preparato le delibere. Lo afferma il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, parlando all’Asca, in merito alla trattativa in corso tra il governo e l’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni, sull’ipotesi di un rinvio del pagamento della Tassa sui servizi indivisibili e all’opzione che vedrebbe incassare la Tasi entro il 16 giugno solemente dai circa 1000 Comuni che hanno gia’ messo a punto le delibere. Per Zanetti l’ipotesi di norme differenziate sarebbe ”condivisibile solamente se i Comuni mandassero a casa i conteggi ai contribuenti”, i quali invece hanno l’incombenza di svolgerli da soli: ”Ogni elemento che provoca differenze in una norma e’ un problema”. ”Il rinvio a settembre sarebbe un buon compromesso, se avvenisse per tutti”, ha ribadito il sottosegretario.

IL CASO – A breve si dovrà provvedere al versamento delle imposte e dei contributi risultanti dal Modello Unico, ovvero Irpef, Ires, e contributi previdenziali sia a saldo che in acconto. Inoltre, bisognerà pagare la prima rata dell’Imu, le ritenute Irpef, sia dei dipendenti sia dei lavoratori autonomi, i contributi previdenziali e l’Iva riferita al mese precedente.
La tassa che rischia, però, di rendere ingestibile una situazione già difficile è la Tasi, la nuova tassa sui servizi indivisibili per il cui calcolo i Caf di tutta Italia prevedono nei prossimi giorni un assalto di cittadini. La prima rata va infatti versata entro il 16 giugno, tra meno di un mese, ma solo 800 degli oltre 8mila Comuni del nostro Paese hanno adottato le delibere sulle aliquote della Tasi. E 4mila sono in piena campagna elettorale, quindi difficilmente lo faranno. Il termine per decidere, in teoria, scade il 23 maggio e non è escluso che si assisterà ad aumenti a raffica che porteranno l’aliquota per la prima abitazione dal 2,5 per mille al 3,3 per mille.

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