Un nutrito gruppo di associazioni per la difesa dei beni culturali e dell’ambiente ha diffuso un appello contro l’accordo tra Autostrade per l’Italia e Mibact per un progetto che riguarda la sistemazione dell’Appia Antica.
GRAND TOUR – Il progetto “Grand Tour” assicura “un pacchetto di investimenti sulla mobilità compatibile con i valori dell’ambiente” e ventila l’introduzione di “mezzi elettrici e bike sharing in grande scala”, mantra ormai collaudati di ogni nuovo progetto, assicurare la “promozione per valorizzare pienamente i gioielli artistici e naturalistici dell’area”. La sostanza però resta che si “continuano a sottrarre competenze e vigilanze agli uffici pubblici preposti che devono rendere conto ai cittadini delle proprie scelte e attività – per promuovere accordi diretti con privati, che passano sulla testa di tutti.
I DUBBI – E ci si chiede a che titolo Autostrade per l’Italia dovrebbe proporre un suo progetto a soprintendenze, dipartimenti comunali e quant’altro che da anni hanno importanti progetti (costati tempo, soldi e fatica) rimasti nel cassetto perchè mancavano i fondi per realizzarli? Se il gruppo Autostrade vuol mettere il suo marchio sui biglietti e sui sellini delle bici, faccia come l’imprenditore giapponese, Yuzo Yagi, che ha finanziato con due milioni di euro il recupero della Piramide di Cestio accontentandosi di un semplice “grazie”. Quello prospettato da un articolo del Tempo risulta invece un “progetto economico pubblico/privato”, che come tale dovrebbe sottostare alle norme europee sulla libera concorrenza e quindi prevedere delle gare di evidenza pubblica. E si tratterebbe comunque di una forma di privatizzazione. Segnaliamo che domani l’associazione Carteinregola sotto il titolo Partecipazione, davvero presenterà la proposta di un suo gruppo di lavoro per le LINEE GUIDA DELLA PARTECIPAZIONE – UNA PROPOSTA PER ROMA”.
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