La Banca Europea per gli Investimenti supporterà con 200 milioni una parte significativa di investimenti che Acea ha programmato nei prossimi 4 anni – pari a 680 mln di euro complessivi – per potenziare e rafforzare le infrastrutture del servizio idrico integrato dell’ambito territoriale ottimale del Lazio centrale Ato 2 (Roma e provincia di Roma). Gli investimenti infrastrutturali finanziati prevedono infatti la manutenzione o la costruzione di nuove opere, allo scopo di migliorare le condizioni ambientali di Roma e del Lazio centrale attraverso il potenziamento del sistema di trattamento delle acque reflue e l’ulteriore rafforzamento degli standard di sicurezza e qualità dell’acqua erogata agli utenti.
COSA FINANZIA L’EUROPA – L’elenco delle realizzazioni finanziate da Bei – circa 30, tra grandi e piccoli interventi – comprende in particolare la costruzione di nuovi impianti o la riqualificazione di quelli esistenti per l’estrazione e il trattamento delle acque, la tutela delle fonti idriche, la costruzione e la riqualificazione degli invasi, il potenziamento dell’interconnessione tra gli acquedotti, il miglioramento della sicurezza e della qualità della risorsa idrica, l’ampliamento o il rifacimento delle reti idriche e fognarie, il potenziamento e la ristrutturazione di impianti di trattamento delle acque reflue. Ovvia soddisfazione dell’AD di Acea Alberto Irace che sino alla sua recente nomina voluta da Ignazio Marino è stato dirigente di Acea e Coordinatore Toscana e Umbria dell’area Industriale Idrico di Acea Spa, Amministratore Delegato di Publiacqua Spa e Ingegnerie Toscane Srl, nonché amministratore di altre società del Gruppo.
IRACE, L’UOMO DELLE ACQUE – Uomo delle acque, come è stato definito e di sicura fede renziana sarà probabilmente al centro di una operazione che salverà i conti del Campidoglio. Infatti Ignazio Marino, l’uomo che dice di aver contrastato i poteri forti non ultimo Caltagirone, si appresta a varare nel prossimo anno una operazione tutta di alta finanza. Esclusa la possibilità di concedere altre quote di Acea ai privati come avrebbe voluto Alemanno massacrato dalla allora opposizione di sinistra, oggi Irace e Marino pensano di accorpare Ato 2, Ato 3, Ato 6 della Toscana, che hanno aggregato Acque S.p.A., Publiacqua S.p.A. e Acquedotto del Fiora Spa, tutte partecipate da ACEA in una unica società ricapitalizzata delle quale potranno venir messe sul mercato azionario le quote alla faccia dell’acqua intoccabile per i referendum come invocato da quelli ‘de sinistra’. Qui si tratta molto volgarmente di far cassa e come dimostrano i finanziamenti BCE la romana Acea ha tutte le carte in regola. Resta da vedere chi si accatterà le azioni della nuova holding, solo allora si capiranno meglio i rapporti di Marino con i poteri forti con i quali dovrà sempre fare i conti fuor di demagogia.
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