Comune di Roma: rivoluzione per tavolini, bancarelle, benzinai

Il Campidoglio mette ordine alle regole sulla intricata materia dell'occupazione di suolo pubblico

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Era da 37 anni che le tariffe per l’occupazione di suolo pubblico per tavoli all’aperto, bancarelle ma anche benzinai ed edicole, erano bloccate. Ora, fra le inevitabili proteste di piccole e grandi lobbies più o meno potenti, l’amministrazione Marino ci rimette mano un po’ per riordinare il settore, ma soprattutto per far cassa. Per mettere ordine alla intricata materia sono al lavoro ben 4 dipartimenti che stanno dividendo la città in microaree per calcolare zona per zona il canone d’occupazione di suolo pubblico.

REGOLE FERME AL 1977 – L’ultimo piano di ‘zonizzazione’ risale al 1977, allora la città venne divisa in 4 grandi aree: ora una memoria di giunta consente la rivalutazione del valore del suolo pubblico. «La revisione è appena iniziata, entro fine settembre avremo i valori commerciali di tutte le vie della città — ha spiegato Marta Leonori, assessore comunale al Commercio — da lì saranno determinati dei coefficienti che varieranno a seconda delle attività che siano edicole, benzinai o dehors dei ristoranti. Abbiamo sentito l’esigenza di riaggiornare la delibera sulla Cosap, ma non potevamo farlo su delle classificazioni che hanno quasi quarant’anni». Tra la tariffa massima del centro storico e quella minima c’è una differenza di 2,75 volte.

DIFFERENZE NOTEVOLI – Così se in pieno centro l’occupazione di suolo pubblico con i tavolini costa oggi 287 euro al metro quadrato all’anno, in periferia il costo scende a 104 euro. Ma sono balzelli che non tengono conto del valore commerciale e immobiliare delle diverse strade di Roma, quindi con i nuovi criteri in centro la tariffa potrebbe aumentare del 100%, mentre in periferia il costo potrebbe rimanere immutato. «Sono molti i fattori che teniamo in considerazione — prosegue l’assessore — oltre al potenziale economico, anche la presenza di monumenti e musei oltre che la qualità urbana». Da settembre il piano sarà sottoposto dai Municipi all’esame delle categorie, poi passerà in giunta e in consiglio comunale con l’obiettivo di inserirlo nel bilancio capitolino 2015. Ovviamente (ça va sans dire) per Marta Leonori “la rivalutazione non si fa tanto per fare cassa quanto per avere una maggiore rispondenza economica. Nella nuova delibera saranno inseriti anche processi più semplici e snelli per ottenere le occupazioni di suolo pubblico».

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