«Se non si toccano sanità, pensioni e statali, la spending review non riuscirà a centrare i suoi obiettivi». Meglio ancora, «bisogna intervenire su almeno due su tre di questi capitoli». Ecco, la revisione della spesa dalla quale il governo punta ad incassare 16-17 miliardi nel 2015 è un rebus che Palazzo Chigi deve sciogliere in tempi sempre più stretti. La legge di Stabilità, va presentata al Parlamento entro metà ottobre e dopo il tempo delle ipotesi indicate dal commissario Carlo Cottarelli, Matteo Renzi è chiamato ad operare le scelte politiche. Scelte che, considerata la consistenza dei risparmi che si vogliono realizzare, rischiano di essere molto pesanti e niente affatto indolori per la maggioranza che sostiene il premier.
I MALUMORI – Una delle ipotesi sulla quale, con molta prudenza, si sta lavorando e che sta già suscitando diffuso malumore nel Pd, è quella di prorogare per altri due anni il blocco delle retribuzioni del pubblico impiego. Dal 2010, ormai, 3,3 milioni di lavoratori dello Stato si vedono negare da governi di vario colore il rinnovo contrattuale: una misura che è stata confermata dall’ultima legge di Stabilità fino alla fine del 2014. Per l’indennità di vacanza contrattuale, invece, è previsto uno stop ai valori del 2012 fino al 2017.