Paradosso Tasi: più cara dell’Imu per le piccole case

Penalizzate anche le case popolari. Ecco lo studio del dipartimento politiche fiscali della Cisl

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Tanto tuonò che….piovvero guai. Se Berlusconi  mise in difficoltà Bersani nel 2013 con una risicata maggioranza elettorale promettendo l’abolizione dell’IMU, oggi dovrebbe mordersi le mani o fare ammenda con gli italiani proprietari di casa.  Infatti secondo uno studio curato dal dipartimento politiche fiscali della Cisl chi vive in case popolari pagherà quest’anno una Tasi più cara dell’Imu versata nel 2012. Quei cittadini, invece, che abitano in case di pregio dovranno pagare meno per la Tasi rispetto all’Imu di due anni fa. Lo studio riguarda 20 città capoluogo di regione analizzando le delibere delle aliquote pubblicate sul sito del ministero dell’Economia.

LA RICERCA – La ricerca rivela che in 11 città su 20 migliaia di cittadini con una rendita catastale di 300 euro dovranno pagare la Tasi mentre prima, in 9 casi su 20, l’IMU costava «zero», grazie alla detrazione prevista per l’abitazione principale pari a 200 euro (indipendentemente dalla rendita catastale). Fortunatamente a Roma si pagherà, invece, una Tasi più leggera, 150 euro contro 220. Scenario completamente diverso se consideriamo un immobile con rendita catastale di 1.000 euro perché sono solo due i comuni capoluogo che pagano un importo superiore alla vecchia Imu (Trieste con 554 contro 455 euro e Firenze 484 contro 472). L’ampliamento della base imponibile e l’eliminazione della detrazione fissa universale, sottolineano dalla Cisl, di fatto hanno ampliato la platea dei paganti mantenendo intatto il gettito.

LA SITUAZIONE A ROMA – Ma tornando a Roma , il 16 ottobre si pagherà   un’aliquota del 2,5 per mille sulle abitazioni principali e all’11,4 per mille su tutti gli altri immobili, ovvero seconde case e immobili commerciali, come negozi, uffici, capannoni, terreni. L’aliquota al 2.5 per mille vale anche per la casa coniugale assegnata al coniuge dopo la  separazione o divorzio. Ma si pagherà anche per immobili  di proprietà o di usufrutto di anziani o disabili che acquisiscono la residenza permanente in istituti di ricovero o sanitari purchè non sia locata. Per quanto riguarda le detrazioni per prime case sarà applicata una detrazione di 110 euro agli immobili con rendita fino a 450 euro; una detrazione di 60 euro agli immobili con rendita tra 451 euro e 650 euro; una detrazione di 30 euro agli immobili con rendita catastale tra 651 euro e 1.500 euro, mentre non sono, previste ulteriori detrazioni per i residenti con figli. Secondo quanto stabilito dalla delibera comunale di Roma, se i componenti del nucleo familiare hanno stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio di Roma Capitale, le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile. Pagano la Tasi anche gli inquilini nella misura del 20% della somma totale da versare e l’80% spetterà al proprietario.

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