Arriva la stangata Tasi a Roma e in molti comuni della provincia: l’acconto si pagherà entro il 16 ottobre (saldo il 16 dicembre). Uno degli aspetti da non trascurare, anche questo diverso da comune a comune, è il pagamento previsto per chi si trova in affitto.
COMUNE PER COMUNE – Ogni comune ha infatti deciso che una quota dell’imposta dovrà essere corrisposta da chi si trova in casa come inquilino, ma il limite per eseguire effettivamente il pagamento è quello di 12 euro. Sotto questa cifra il versamento non dovrà essere corrisposto. In tutta Italia è il 53 per cento dei comuni a essere interessato a questo aspetto del provvedimento: agli inquilini è chiesto di contribuire in una misura tra il 10 e il 30 per cento del totale. In sostanza, fino a 526 euro di rendita catastale la Tasi si ferma sotto i 12 euro, ma per capire correttamente è necessario leggere, comune per comune, la delibera e il regolamento che indica la cifra minima che elimina l’obbligo del versamento.
COSA SI FA A ROMA – A Roma capitale si paga con F24 o bollettino postale: la Tasi sulla prima casa ( e pertinenze eccettuati gli immobili accatastati A1, A8, A9) è al 2,5 oltre che su alcune determinate categorie di abitazioni (popolari o sociali ecc); 1,0 per mille (con pertinenze A1, A8 e A9 e fabbricati rurali a uso strumentale) mentre per le seconde abitazioni è 0,8 per mille . Sugli appartamenti affittati il comune ha diviso in 80 per cento al proprietario, 20 per cento all’inquilino. Quanto alle detrazioni fissate dal Campidoglio si va da 110 euro per le abitazioni che hanno rendita al di sotto dei 450 euro a 30 euro per quelle con rendita inferiore ai 1500 euro.
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