Caos Tasi, una famiglia su due pagherà di più

La nuova imposta varrà in media 148 euro. Ecco gli esempi di calcolo e un vademecum per non fare errori

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Mancano due giorni alla scadenza del pagamento della Tasi. La Uil calcola che la nuova imposta varrà in media 148 euro, tra acconto e saldo, ma si sale a 191 euro nei capoluoghi, e con un aggravio sulle tasche delle famiglie. A pagare di più, scrive “La Stampa”, sarà infatti una famiglia su due, e ad avere un conto più salato saranno soprattutto le case con minor rendita catastale.  Resta per ora fuori dai giochi chi abita nei 659 Comuni che ancora non hanno deliberato le aliquote: per loro è tutto rinviato al 16 dicembre.

QUANTO SI PAGA – L’anticipo sarà in media di 74 euro, la metà del conto finale. Ma questa volta vengono colpiti anche gli inquilini. L’acconto interessa il 75% dei proprietari. E gli inquilini dovranno procurarsi i dati catastali della casa per fare il calcolo di quanto devono al Comune. Se la tassa rimane sotto i 12 euro, non si paga. In ogni caso, non arriva il bollettino prestampato che era stato annunciato: ognuno fa per sè, inquilini compresi.

L’ANALISI – Famiglie tartassate – Un’analisi di Federconsumatori dice che si pagherà 142 euro per la Tari, cioè la seconda rata annuale, e 231 per la Tasi: in totale, 373 euro.  Aliquote, ai Comuni un margine dello 0,8% – Nella legge di Stabilità si parla di un’aliquota base dell’1 per mille e un tetto massimo del 2,5 per la prima casa, del 10,6 per la seconda. Ma c’è stato poi un intervento del governo: i Comuni possono aumentare le aliquote.

È uno dei meccanismi più farraginosi nella storia della Repubblica. La nuova Tasi sta mandando in tilt uffici amministrativi, Caf e patronati di Roma e provincia.

SCADENZA – Si deve pagare l’acconto (il 50% del totale dovuto su base annua) entro il prossimo 16 ottobre. LEGGI ANCHE IL VADEMECUM

DEFINIZIONE PRIMA CASA – È sempre qualificato dalla legge come prima casa:
– l’immobile nel quale nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente;
– l’ex casa coniugale assegnata dal giudice ad un coniuge in seguito a separazione giudiziaria;
– l’immobile di proprietà di personale dipendente delle forze armate anche se non utilizzato in seguito a trasferimento per motivi di servizio, purché non dato in locazione.

I Comuni a loro volta possono considerare come assimilato alla prima casa (CONTINUA A LEGGERE IL VADEMECUM)

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