Depenalizzazione per l’omessa versamento Iva? Sì si può fare. Si tratta di una delle attese novità in discussione della legge delega.
CHE COS’È – Si tratta della situazione in cui un contribuente, tipicamente un imprenditore, ha correttamente dichiarato l’imposta dovuta ma poi non effettua il relativo versamento. I motivi possono essere diversi ma normalmente hanno a che fare con le difficoltà di cassa degli interessati: che ad esempio in alcuni casi hanno deciso di usare le somme per pagare i propri dipendenti.
IL CASO DELLE RITENUTE Dunque in futuro chi si comporta in questo modo dovrà certamente vedersela con l’amministrazione fiscale, che cercherà con i mezzi a propria disposizione di recuperare gli importi dovuti (e ammessi con la dichiarazione); ma non dovrà in aggiunta affrontare un processo penale. La norma attuale prevede invece la punibilità con la reclusione da sei mesi a due anni nel caso in cui l’omesso versamento superi l’ammontare di cinquantamila euro per ciascun periodo d’imposta.
La sanzione penale era stata introdotta nel 2006 dall’allora governo di centro-sinistra nell’ambito di un ampio pacchetto di misure anti-evasione: l’idea era che chi non versa l’Iva commette una sorta di appropriazione indebita, vista la particolare natura dell’imposta che viene pagata dal consumatore finale ma passa per i vari soggetti economici prima di arrivare allo Stato. Questa impostazione però non è coerente con la concreta gestione del tributo, che nel nostro ordinamento salvo casi particolari non è per cassa. Resterà invece punibile anche sul piano penale l’omesso versamento nel caso delle ritenute, che l’impresa trattiene ai lavoratori in quanto sostituto d’imposta.