Fiumicino, l’aeroporto guarda al completamento del nuovo molo C

Necessario lo sviluppo delle infrastrutture per la viabilità e la ricezione turistica

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L’incendio al Terminal 3 di Fiumicino ha attirato l’attenzione della pubblica opinione tanto che ancora in questi giorni si polemizza se dopo la combustione rimangano tracce di diossina o meno. Certo che il danno è stato grave, ma Aeroporti di Roma ha quantomeno consentito di riportare alla normalità in tempi umani il traffico aereo che per alcuni giorni rimase penalizzato. Ma, come si suol dire nelle buone famiglie, occorre andare avanti.

LO SVILUPPO DELLO SCALO – E Adr lo sta facendo, consapevole che le attuali 46 milioni di presenze annue potrebbero aumentare considerevolmente con il Giubileo e che comunque nei prossimi anni raggiungeranno quote da 50 milioni. Con il risultato che Fiumicino risulterà essere fra i 5 o 6 Hub più importanti del mondo. In questa prospettiva diventa strategica il completamento del Molo C a sud di Fiumicino città, ma anche la risistemazione delle piste, indipendentemente da quella quarta pista che il sindaco Esterino Montino vede come il fumo negli occhi per la cementificazione che comporterebbe in vaste aree verdi e panoramiche del suo Comune. Ma se Eithad/Alitalia intende sviluppare le rotte intercontinentali (e già diverse importanti compagnie straniere premono per avere i loro slot) il molo C diviene strategicamente decisivo.

INVESTIMENTI DA 360 MILIONI – Un’opera da 360 milioni da investire in pochi anni perché non c’è tempo da perdere. Anche se gli aeroporti internazionali sono ormai piccole metropoli a sè, un problema di rapporti talora complessi con il territorio circostante esiste eccome. Intanto per lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto che attualmente risultano inadeguate, come il Leonardo Express dalle corse non molto frequenti. Poi c’è la normale linea Fs che addirittura parte da Fara Sabina transitando per Tiburtina, Tuscolana ed Ostiense con almeno 45 minuti per arrivare a destinazione, che non è proprio un record. Basta poi sbarcare ed uscire all’esterno per rendersi conto del caos dei trasporti alternativi fra taxi e bus.

I COLLEGAMENTI FERROVIARI – Nè risolvono il problema dei collegamenti le due o tre corse della cosiddetta “alta velocità” (che poi tanto alta non è per i noti vincoli di transito urbano) strombazzata a più non posso e che collegherà direttamente Firenze e le varie “frecce rosse” che lì convergono, con Fiumicino. Sin qui i trasporti, ma poi c’è il problema della ricettività dove al momento siamo davvero “scarsini” con solo due hotel attigui allo scalo, mentre una serie di strutture potrebbero svilupparsi proprio a Fiumicino sud. Si comprende facilmente che la costruzione attualmente in corso del molo C, l’aumento dei passeggeri e l’eventuale sviluppo delle strutture ricettive, comportano una risistemazione radicale della rete stradale.

I PARTNER ISTITUZIONALI – Sarà pur vero che Regione, Provincia e i Comuni di Roma e Fiumicino rappresentano solo il 4,5% delle quote di Adr, ma sono quote strategiche perché Aeroporti di Roma avrà pur sempre bisogno dei pubblici permessi e autorizzazioni per lo sviluppo dello scalo. Se poi il sindaco ‘metropolitano’ Ignazio Marino intende vendere la quota del Comune di Roma ben venga, ma converrebbe attendere almeno che quella quota si valorizzi, come in prospettiva avverrà. Quanto alla quarta o addirittura alla quinta pista si vedrà. La partita per altri tre anni è in mano al sindaco Esterino Montino che ad un certo punto dovrà decidere se rimanere nelle sue convinzioni ambientali o cedere qualcosa agli interessi economici anche del Comune che amministra. Di certo una scelta difficile, molto difficile.

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