Fiumicino, ultimatum dalla Città metropolitana: “Cambiare marcia o revoca della licenza”

Dopo la relazione della commissione parlamentare arriva la reazione di Usb e della consigliera Califano

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Incidente

“O Aeroporti di Roma cambia marcia oppure insieme a tanti altri colleghi saremo costretti a chiedere ufficialmente la revoca della licenza”. E’ un vero e proprio ultimatum quello della consigliera delegata della città metropolitana Micaela Califano dopo la pubblicazione della relazione della Commissione parlamentare di inchiesta che ha indagato sull’incendio al terminal T3 dell’aeroporto di Fiumicino. Il coro delle proteste, sopito solo nelle ultime settimane, è ripreso fortissimo dopo l’uscita della relazione di oltre 20 pagine. E i più preoccupati sono i lavoratori che hanno respirato e respirano l’aria del terminal dopo l’incendio, supportati da politici e sindacati.

La consigliera Califano, in una nota, ha accusato i vertici della società di gestione dell’aeroporto: “Licenziamenti, precariato, ritardi nel potenziamento delle infrastrutture. L’aeroporto di Fiumicino oggi è solo ed esclusivamente questo. L’unica cosa sulla quale AdR sembra essere attenta è sulle procedure di raddoppio, totalmente inutili e assolutamente dannose per il territorio di Fiumicino”. Anche Usb non usa toni morbidi ricordando che i gestori volevano “far bella figura e anteporre il profitto alla salute dei lavoratori. Nemmeno una parola sui numerosissimi infortuni dei lavoratori”. E’ questo il contesto nel quale le problematiche della salute pubblica e dei lavoratori sono finite, secondo alcuni, in secondo piano. Secondo la Califano “In questo pasticcio non mancano, secondo la commissione parlamentare, le responsabilità dell’Asl Roma D. Per mesi ho denunciato lo stato assolutamente anomalo con il quale i dipendenti erano costretti a operare. Oggi purtroppo questa teoria viene confermata. Decine e decine di dipendenti aeroportuali continuano a manifestare sintomi dovuti all’intossicazione da fumi”.

Dello stesso parere anche i sindacati di base che denunciano: “La stessa relazione non evidenzia e non lascia traccia degli enormi problemi causati ai lavoratori, che non potranno essere nascosti sotto al tappeto: la verità è che sono centinaia i lavoratori che hanno riscontrato malori sin dalle prime ore dello spegnimento dell’incendio e nei mesi successivi; la verità è che ancora oggi ci sono lavoratori sotto infortunio da mesi, che non riescono a guarire, che hanno i polmoni malati, tosse persistente da maggio, problemi endocrinologici, vertigini ed altro; la verità è che nell’aeroporto di Fiumicino è stato violato il principio fondamentale del diritto alla salute e alla sicurezza”.

Le conclusioni sono ovvie: “Siamo di fronte a una figuraccia a livello mondiale e una prevaricazione dei diritti dei lavoratori sulla quale non si può far finta di nulla. Io continuo a ribadire la mia posizione: o Aeroporti di Roma cambia marcia oppure insieme a tanti altri colleghi saremo costretti a chiedere ufficialmente la revoca della licenza” conclude la consigliera Califano, mentre per i sindacati Usb che tutta la gestione di questa vicenda sia davvero vergognosa e che i responsabili debbano pagare per aver esposto i lavoratori ad un grave rischio per la salute. In questi mesi abbiamo chiesto a gran voce le dimissioni del Ministro Delrio, del Presidente dell’Enac e di tutti i soggetti che avrebbero dovuto farsi garanti della sicurezza dei lavoratori impiegati nel Terminal 3. L’evolversi dei fatti conferma che avevamo ragione e continueremo a batterci fino in fondo perché centinaia di persone abbiano giustizia. Il profitto e gli interessi delle aziende non possono essere barattati con la salute”.

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