Settimana tutta in salita per il sindaco ciclista alle prese con un bilancio peraltro tutto riconducibile alla gestione di Alemanno. Era ovvio che la opposizione, immemore delle proprie colpe dopo 5 anni di malgoverno, avrebbe fatto una opposizione dura per rifarsi la verginità nei confronti del suo declinante elettorato, ma nessuno immaginava che la botta più dura a Marino sarebbe venuta da Alfio Marchini reduce da sei mesi di silenzio e meditazione, che gli ha sparato 130.000 fra emendamenti ed ordini del giorno, imitato dalla destra.
Certo si tratta di ostruzionismo, ma c’è di più perché il redivivo Alfio è convinto che il commissariamento non sarebbe poi un gran male a fronte della inettitudine di Marino. Ignazio comunque supererà la prova del bilancio anche grazie all’esperienza di quel gran volpone d’aula che è il presidente del Consiglio comunale “Mirko Koratti” che non potrà tuttavia impedire lo stillicidio dei ricorsi al Tar. Di qui a dire che il sindaco sia fuori pericolo ce ne corre perché la partita si riapre subito con il bilancio di previsione del 2014 che potrebbe superale un miliardo in rosso contro gli 816 del 2013. Escluso che il governo continui a mettere centinaia di milioni in coda al debito consolidato della Capitale, le vie possibili riguardano ulteriori tagli che porterebbero il paziente in rianimazione e l’aumento delle imposte oltre ai vantaggi della recente tassa comunale unificata. Ma lui Marino, proclama di non voler mettere le mani in tasca ai romani, anche se i proclami lasciano il tempo che trovano quando ancora c’è gente in attesa del sussidio di inoccupazione di 500 euro o dei 700 euro per chi è senza casa.
Eppure dopo la buriana di questo bilancio c’è chi nel Pd si attende dal “marziano” Marino maggiore disponibilità al dialogo tanto che già si parla di rimpasto delle poltrone di inizio anno quale pegno di rinnovato amore fra il sindaco e la sua maggioranza. Anno nuovo, nuovi assessori anche se questa giostra non sposterà di un millimetro il blocco dei lavori della metro C o il nuovo piano industriale di Atac allo sbando con tanto di minaccia di scioperi natalizi, nè sbloccherà la situazione urbanistica con il settore delle costruzione fermo o placherà gli ardori bellicosi dei vigili urbani.
Tanto per citare solo alcune delle disgrazie che incombono sul sindaco ciclista. In verità lui regge alle lusinghe del dottor Frankenstein Bettini che ha creato Ignazio anni fa o all’indifferenza poco benevola del Calta che vuol vedere come andrà a finire l’Achea o ancora alle minacce dei costruttori che fra un po’ gli porteranno le ruspe sotto il Campidoglio. Lui, Marino, rimane convinto di essere il cavaliere senza macchia, nemmeno una piccolina, nemico di inciuci e compromessi.
E intanto il popolo di Roma cheffà? Come al solito tira a campare fra il traffico da terzo mondo, l’inefficienza dei servizi, buche e degrado urbano. Eh si, perché qualcuno dimentica che il 50% dei Romani il suo giudizio sui politici l’ha già dato in giugno rifiutandosi. Un convitato di pietra accuratamente tenuto fuori dalla sala dei banchetti.
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