Minacciose nubi di ricorsi al Tar si addensano sul Campidoglio dopo l’approvazione del bilancio preventivo (sic) del 2013, squarciate solo dai lampi di luce, alimentata a pedali, di gioiosi alberi natalizi. Ignazio, reduce da un importantissimo convegno medico ad Ankara e sino ad oggi silente, guarda con distacco al bilancio in via di approvazione. Ma dal Pd capitolino si levano scomposte grida: al rimpasto, al rimpasto!. Non l’operosa veglia notturna del panificatore ma la gergale volontà di chi vuol tagliar teste e spostar sederi alla poltrone. Addirittura La Repubblica, sempre addentro alle segrete trame del Pd, già vede il presidente d’aula Mirko Coratti proteso alla conquista di un assessorato.
Si fa presto a dire “core, non te preoccupa te rimpasto io” , ma poi? Adesso che t’ho appena nominato, che t’ho fatto lascià er posto sicuro? E poi perché? Perché il Pd strilla? E’ come se Ignazio con gesto improvviso spazzasse via i pezzi della sua delicata scacchiera del potere. C’è chi vorrebbe la testa di Daniela Morgante, vestale del ragionato rigor dei conti e magistrato contabile di prestigio. Rimuovere l’assessore ai trasporti Improta con esperienze di governo e snodo di relazioni importanti, non se ne parla nemmeno con l’Atac al disastro ed il nuovo piano della viabilità alle porte. Il professor Caudo, da mesi chino sulle complicate carte dell’urbanistica capitolina, è il fiore all’occhiello (le fleur de gauche) del sindaco. Estella Marino, all’ambiente, è stata eletta consigliera a furor di popolo con 8.000 preferenze e rappresenta quello che fu il Pd di Miccoli.
Commercio e attività produttive sono nelle mani di Marta Leonori che per amore di Marino ha lasciato il seggio parlamentare e non ci può tornare. Flavia Barca è sorella di quel Fabrizio (già pezzo da 90 del Pd nazionale) che rischiò di essere proposto per il Campidoglio. Rita Cutini al sociale? Guai a chi tocca la Comunità di Sant’Egidio, pena la divina ed ecclesiale punizione. C’è poi Pancalli, simpaticamente allo sport e di sicura competenza nel settore. Ozimo e Masini sono uomini del Pd, il primo dalemian bersaniano il secondo vicino ai popolari, quindi non parrebbe bello sfruculiare il partito che vuole il “cambio di passo”. Alessandra Cattoi alla scuola è forse l’unica che per comprovata e pluridecennale fedeltà a Marino potrebbe fare un passo indietro, ma il sindaco non la butterà mai a mare.
Last but not least, il vice sindaco Luigi Nieri, somma dei due assessorati voluti inizialmente da Sel. Intouchable, salvo far incazzare Vendola alla cui amicizia Ignazio tiene tanto. Ci sarebbero anche dei turn over strategici nei ruoli apicali del Comune. Il segretario generale Iudicello che potrebbe restare al suo posto, il ragioniere generale Salvi che si è sempre schierato con la Morgante e forse il capo di gabinetto Fucito importato dritto dritto dai ruoli del Senato, ma non ancora avvezzo alle complicazioni capitoline. E allora che si rimpasta, verrebbe da dire? Abbiate fede, la politica riesce spesso a tradurre in realtà le più deliranti fantasie.
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