Sceso dalla inesistente Padania e dalla effimera macro-regione del nord cui non crede più nemmeno lui, l’euro deputato e segretario della Lega Nord è finalmente sbarcato a Roma per inaugurare la sede del suo partito ai Parioli. Ma da buon Lombardo operoso non ha voluto perdere tempo è già nella mattinata si è presentato, con tanto di felpa grigia con la scritta “Roma”, a largo Goldoni presso il banchetto del suo partito per raccoglier le firme dei pochi romani presenti, in favore dei 5 referendum legisti. Una sfilza di abrogazioni che vanno dalla legge Fornero a quella Merlin del 1966 sulla chiusura dei bordelli.
PESANTE ATTACCO A IGNAZIO MARINO – Naturalmente se l’è presa con Ignazio Marino e con il decreto salva Roma sul quale il Governo ha preannunciato oggi la fiducia alla Camera e si è lasciato andare a qualche battuta sbarazzina. «Se Marino non è capace – ha ribadito – non faccia più il sindaco, non è un problema, può tornare a fare il medico». Precisando poi che la Lega è contro ogni qualsiasi salva Roma, Venezia o Milano che sia «perché se un sindaco fa bene si salva da solo.» Ma il clou della kermesse è stato quando finalmente il gasato Matteo è giunto in via Paroncini accompagnato dalla bionda coordinatrice della Lega/Lazio Claudia Bellocchi. Lì ha annunciato che la nuova sede sarà «un punto di ascolto e di battaglia anche a Roma».
ANNUNCIATA PRESENZA CONTINUA DELLA LEGA A ROMA – Aggiungendo che «a presenza della Lega a Roma non si esaurirà il 25 maggio con le elezioni europee.» Va ricordato che il coriaceo Matteo giorni fa aveva rilasciato un’intervista al Tempo nella quale dopo aver ripetuto paro paro i temi cari alla destrissima Marine Le Pen della quale è alleato, aveva così parlato di Roma «E’ stupenda. I romani? C’è romano e romano, come c’è milanese e milanese. Ma devo dire che i tassisti di Roma sono uno spettacolo (Boh, ndr).» Totti? «Lo avrei voluto al Milan. Quando si vociferava di un suo passaggio in rossonero avrei fatto carte false per averlo». E poi promettendo: «Non scriveremo più Roma ladrona, ora scriviamo “Basta Euro”». Con un salto logico difficilmente comprensibile ad ogni elettore pensante.
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