Comune di Roma, ultima chiamata a Ignazio Marino dal senatore Pd Zanda

In una intervista il capogruppo al Senato parla di scarsi risultati per la giunta romana. Si rafforza l'ipotesi rimpasto

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Se gli appassionati dell’argomento vogliono capirci qualcosa di più sul futuro del sindaco Ignazio Marino è sufficiente che compulsino l’intervista a Repubblica del sen. Luigi Zanda che non solo è un grande supporter del presidente del consiglio Matteo Renzi, ma è anche il capo dei senatori del Pd. Zanda infatti non esita ad ammettere la buona fede con cui il sindaco ha governato Roma sino ad oggi, ma afferma che «i risultati per ora non sono sufficienti.» Anche se la buona fede non paga perché Ignazio «non ha la conoscenza robusta di Roma che avevano Rutelli e Veltroni, oppure Petroselli e Argan. Questo avrebbe dovuto consigliarlo a scegliere una Giunta più matura.»

SALVO SOLO IMPROTA – L’unico assessore su cui non ha dubbi è proprio quello alla mobilità Guido Improta che proviene dallo stesso mondo dei Rutelliani cui appartiene Zanda e che oggi vanno per la maggiore nel governo e fra i “consiliare” di Matteo. «Io stimo l’assessore Guido Improta» dichiara, ma su molti altri sospende il giudizio. Dopo aver ricordato che occorre la presenza fisica del sindaco nei momenti e nei luoghi dove le crisi esplodono, affronta lo scandalo delle multe che «si pagano. Oppure, se (il sindaco) le si ritiene contestate in modo illegittimo, ci si oppone in giudizio. Altre strade non ce ne sono.» Ovviamente il senatore è da tempo molto amico di Ignazio, anzi, ancora lo sostiene perché è «una persona perbene» ma fare il sindaco a Roma è difficile, soprattutto quando si raccoglie la pesante eredità di Alemanno. Anche se il sindaco spesso ama puntare il dito anche sulle Amministrazioni precedenti, escluso forse Nathan, mazziniano e massone, che governò Roma dal 1907 al 1913.

IL SINDACO E IL PD –  Per quanto riguarda i rapporti fra il sindaco e il Pd, Zanda esclama «ci mancherebbe altro che lui non si fidasse del suo partito». Quindi si dice contrario alle elezioni anticipate ma aggiunge «considero egualmente pericolosa la palude politica: il fatto che il sindaco e la sua maggioranza non vadano d’accordo…. (è) ancora più rischioso del voto anticipato» che rimane sempre sullo sfondo ove non si trovasse la quadra Sindaco/Pd romano. Tuttavia «sarebbe stato meglio partire con iniziative forti, molto visibili ed efficaci sulle periferie, piuttosto che puntare sulla pedonalizzazione – pur importantissima – di via dei Fori Imperiali (iniziative accolte con convinto favore proprio dall’assessore Improta. ndr). Le periferie romane hanno bisogno di interventi anche elementari sull’illuminazione, le buche, le biblioteche comunali, la manutenzione.» Anche se sarebbe utile ricordare che tali iniziative sono state sostenute con convinzione dall’assessore Improta, l’unico che per il senatore si salva in Giunta.

RIMPASTO IN VISTA – Nella sostanza Marino è alle corde e, nonostante lui recalcitri, un rimpasto (che sarebbe un vero e proprio ribaltamento di Giunta) parrebbe alle porte. Si tratta solo di vedere se sarà sufficiente promuovere l’attuale presidente dell’assemblea Coratti o il coordinatore della maggioranza Panecaldo magari rimescolando un pò di deleghe fra gli attuali assessori in carica o si andrà a ripescare qualche autorevole personaggio del passato rutelliano e veltroniano. L’input potrebbe venire da palazzo Chigi.

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