La mozione di sfiducia non c’è più. Le conseguenze politiche prodotte dall’inchiesta su ”Mafia Capitale” riguardano anche il Pd Lazio. Due settimane fa oltre la metà dei delegati dell’assemblea firmarono un documento, presentato da Marco Guglielmo, Giovanna Ceccarelli e Marco Poli, in cui si chiedeva di votare la sfiducia al segretario Fabio Melilli.
ARRIVA L’INDAGINE – Poi, l’indagine della Procura di Roma ha cambiato le carte in tavola e il convincimento di tanti firmatari. In sintesi, la sfiducia non c’è più. “Dal punto di vista tecnico la sfiducia non c’è più – ha spiegato Marco Guglielmo all’agenzia Dire- perché ci sarebbe bisogno di almeno 70 firme ma mi risulta che i sostenitori di Lorenza Bonaccorsi le stanno ritirando. Per noi dal punto di vista politico la mozione resta in piedi perché rimane intatto il tema delle correnti, di un partito ostaggio di una situazione che crea terreno fertile per pratiche spesso ai limiti della legalità, come sta emergendo in questi giorni.
ANDARE AVANTI – Melilli intende andare avanti? Vedremo se farà proposte concrete per cambiare la situazione. Domani pomeriggio si svolgerà la direzione del partito, la convocazione al punto 1 recita ”Comunicazioni urgenti” da parte del segretario. Che sicuramente dirà la sua su quanto sta accadendo a Roma ed è possibile che nell’occasione annunci la nuova segreteria, che dovrebbe essere composta da 4/5 personalità tecniche.
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