«Ripartiamo da Roma con Alfio Marchini sindaco, fuori Marino dal Campidoglio». Lo ha detto oggi Elisabetta Gardini, all’Ergife di Roma, partecipando alla convention degli europarlamentari di Forza Italia organizzata da Antonio Tajani. «Il degrado e i problemi della città sono sotto gli occhi di tutti. Ben venga un imprenditore con la passione per la politica per gestire soprattutto il Giubileo ed evitare cosi di fare le figuracce che stiamo facendo con l’Expo».
VERSO LE ELEZIONI – Un assist, questo di Forza Italia all’imprenditore romano non del tutto inatteso, dopo che da mesi erano note le simpatie di Berlusconi nei confronti di Arfio e gli approcci dell’alsaziano senatore Augello nei suoi confronti. Pare che Marchini abbia anche cercato di contattare il leghista Matteo Salvini che, dopo la sparata a piazza del Popolo, avrebbe accantonato, almeno per ora, la sua intenzione di aggregare la destra sotto una futura lista Salvini. Soprattutto nella prospettiva di competere alla poltrona di sindaco di Milano da qui ad un anno e mezzo dopo che l’attuale sindaco Giuliano Pisapia ha annunciato che non si ricandiderà.
LA CRISI A OSTIA – Può ben essere quindi che Marchini riesca ad aggregare un fronte moderato lasciando a Giorgia Meloni lo spazio della destra estrema. Uno dei prossimi banchi di prova potrebbero essere le eventuali elezioni anticipate al municipio di Ostia travolto dalla bufera del malaffare diffuso. Oggi il sindaco Ignazio Marino, che ha l’interim della presidenza di quel municipio dopo le dimissioni di Tassone, ha annunciato che affiderà Ostia o ad un suo assessore o ad un esterno sempre che il regolamento del Comune di Roma glielo consenta. E’ chiaro che “ripartire con Marchini” per Roma come sollecita l’eurodeputata di FI, rimane una prospettiva da costruire nei prossimi 3 anni considerando che oggi il Pd romano ha ben scarsa influenza sulle decisioni del sindaco che proprio ieri ha ricevuto il plauso del sottosegretario Del Rio e quindi del Governo, per l’approvazione del bilancio in tempi che non si vedevano dal 98.
E IGNAZIO COSA FA? – Se Ignazio, ormai forte dell’appoggio di Renzi, promette di ricandidarsi nel 2018 è perché si sente le spalle al sicuro con una opposizione divisa che sino ad oggi non ha brillato per capacità politica. Ancora una volta spunta il Jolly Marchini, oggi forse un po’ appannato e lontano dai giochi capitolini. Con una rete territoriale, sia pur modesta di giovani supporters a livello territoriale, la lista Marchini si è fatta sentire ad esempio sulla svendita del patrimonio immobiliare del comune. Senza dimenticare quella raccolta di suggerimenti e priorità che 10.000 romani avevano espresso l’anno scorso in un referendum, i cui risultati furono esposti alla presenza di un disponibile e benedicente Ignazio Marino. Bruciato prima ancora che partecipasse alle primarie dal Marziano voluto da Goffredo Bettini e dalla maggioranza del Pd, Marchini potrebbe riaffacciarsi alla ribalta politica romana con una lista civica o di movimento non legata alla vecchia nomenclatura politica ormai consumata. Sostenuto da una classe imprenditoriale e da ceti medi professionali impressionati dalla paralisi della macchina amministrativa capitolina e dall’indubbio degrado della città a corto di investimenti, Marchini potrebbe aggregare uno spazio di consensi non indifferente. Ma nel frattempo ’si celebri il Giubileo’ perché lo scudo di Santa Romana Chiesa è assicurato ad Ignazio almeno sino alla fine del 2016.