Di Battista: i 5 Stelle a Roma sono al 30%, Marino si dimetta

L'esponente di punta del movimento di Beppe Grillo spara a zero sul sindaco. Ma lui non si candida

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Alessandro DI Battista

Sarà pur vero che Alessandro Di Battista non si candida a sindaco di Roma perché il regolamento di M5S lo obbliga a terminare il suo mandato in Parlamento, ma resta il fatto che su Roma lui appare il portavoce ufficiale e più accreditato del Movimento. Forse la situazione è ancora prematura ma sull’onda dell’emergenza di eventuali elezioni comunali anticipate anche Beppe e Casaleggio potrebbero cambiare idea e candidarlo per il Campidoglio, la politica rimane pur sempre l’arte dell’impossibile. Resta il fatto che anche questa mattina Alessandro ha ‘esternato’ ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano. « A Roma siamo accreditati al 30% – ha detto parlando dei sondaggi elettorali- Renzi dice di non temere il Movimento Cinque Stelle ma io credo che sia vero il contrario. Più il Pd si rende conto che può perdere il governo della Capitale, più si àncora su sé stesso.»

Poi non ci va certo tenero con Ignazio Marino quando afferma che i cittadini non lo «sopportano più» anche al di là della vicenda di mafia capitale e descrive un quadro catastrofico della Capitale: «Roma fa schifo, è sporca, è insicura, le strade sono distrutte, i mezzi di trasporto ci fanno vergognare di essere una capitale europea.» Per questa situazione «bisogna pretendere che a Roma si rivada al voto.» Poi riferendosi a una sua battuta che ha scatenato le ire del commissario Pd Orfini, Di Battista replica : «Io gli ho fatto una battuta, che se lui fosse ipoteticamente pizzicato a bere una birra con Riina direbbe che quella è la birra preferita dal Movimento Cinque Stelle. Sta facendo delle figure barbine, invece di chiedere scusa e dimettersi.» Tanto più che il commissario del Pd «non ha realizzato nulla del proprio mandato» perché «il Pd romano è stato commissariato dai carabinieri, non da lui, le tessere del Pd sono state azzerate dagli elettori, non da lui. Dovrebbe soltanto tacere, ma quando un animale è ferito tenta sempre di attaccare, anche in maniera piuttosto goffa, come ha fatto lui.» Infine annuncia  una fiaccolata del Movimento per la legalità a Ostia il prossimo 27 giugno.

Ricordando che Marino «tuttora governa con i voti degli arrestati, in totale secondo i miei calcoli gli arrestati hanno portato al Pd circa 76.000 voti.» Salvo ammettere che  sciogliere il comune per mafia «dal punto di vista dell’immagine sarebbe devastante, ma le leggi non possono essere applicate o meno sulla base dell’immagine. Per questo, Marino, se davvero vuole bene a Roma, dovrebbe fare un passo indietro». Già la settimana scorsa Orfini gli aveva risposto ironicamente «quelli del Movimento Cinque Stelle pensano sempre di vincere, citano sempre sondaggi in cui vincono, poi si fanno sempre le elezioni e loro perdono sempre. Vincono sempre nei sondaggi ma sono ancora a ‘zero tituli’, e così sarà anche nel 2018. La presentazione di un candidato sindaco con tre anni di anticipo è un fatto positivo, magari riusciranno a essere un po’ più preparati e competitivi dell’ultima volta. Sara’ una bella sfida e ci divertiremo, sarà meglio per loro prepararsi.» Si tratta solo di accertarsi se dopo l’esito dei ballottaggi l’epurator del Pd romano la pensi ancora così.

 

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