Manovre Pd, Orfini lancia Andrea Baldini alla segreteria romana

Per il presidente Pd per rottamare definitivamente il partito romano servono i giovani democratici

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Che fine ha fatto il rapporto Barca sul Pd romano, quello cattivo e pericoloso tanto per intenderci? Dopo un fuoco di paglia fra anticipazioni ed esternazioni pubbliche, pare sia passato in cavalleria dopo aver messo alla berlina qualche circolo e qualche militante. Ma, sotto sotto, l’opera ‘rinnovatrice’ del commissario Matteo Orfini, nominato da Renzi per curare il gran malato, è proseguita tenacemente nella liquidazione delle vestigia di un vecchio gruppo dirigente più o meno coinvolto, ma sputtanato da mafia capitale.

D’altra parte Orfini che rimane è un ‘cripto-togliattiano’ della vecchia scuola di D’Alema (che non ha esitato a mollare nonostante sia stato il suo maestro) sa benissimo che non si può distruggere una macchina elettorale quale il Pd romano senza la quale si corrono grossi rischi. Soprattutto ora che i sondaggi danno i Democratici a pochi punti dal Movimento 5stelle. Il che obbliga lo stesso Renzi a sostenere “Forrest Gump” Marino sinché possibile. Linea fortemente perseguita dalla stesso Orfini che su questa scelta si gioca la carriera e nel frattempo crede di sistemare in qualche modo la situazione in barba agli orientamenti della pubblica opinione.

D’altra parte Orfini, che è anche presidente dell’assemblea nazionale dei Democratici, è uomo di manovra a lungo termine e guarda già al congresso del Pd che si celebrerà (si usa, dire così come per la messa) nel 2017 e che nelle intenzioni di Matteo Renzi significherà  la rottamazione del vecchio partito che lui ha inesorabilmente scalato. Ma per rottamare definitivamente il Pd romano occorre dunque “robina giovane” e soprattutto fedele.  Così fa circolare la voce della sua candidatura preferita, nella persona di Andrea Baldini, attuale segretario nazionale dei Giovani Democratici e responsabile della Sinistra giovanile romana dal 2007.

Giovane politico di lungo corso,  che il 7/8 dicembre scorsi organizzò la “Leopoldina giovanile” dichiarando che era giunta l’ora «di tirare le orecchie ai loro compagni più grandi». Affermazione preoccupante per i padiglioni auricolari di molti maggiorenti del Pd romano che, sotto sotto, sperano ancora di sotterrare l’attuale sindaco.  Purtroppo la fiaccolata di ieri contro le mafie non è che abbia attirato folle, almeno di militanti, nonostante l’adesione della Cgil che in genere un pò di gente in piazza ne porta. L’unico dubbio che ora incombe è se di fronte ad una terza ondata di arresti, di quel partito resterà qualcosa. Ma in una logica leninista, si sa, quello che conta è il gruppo dirigente, l’intendance suivrà.

 

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