Ci aveva provato anche Ignazio Marino a puntare i piedi su Acea proprio all’inizio del suo mandato e poi dopo un lungo braccio di ferro con i soci privati Caltagirone e Gas de France che hanno un pacchetto di circa il 30% delle quote, riuscì a far nominare il nuovo presidente del cda e il nuovo amministratore delegato. Quanto ai componenti del Cda, dopo una iniziale riduzione, si acconciò a ri-aumentarne il numero nel 2015. Questa volta anche la candidata dei 5Stelle Virginia Raggi ha voluto dire la sua sulla miltiutility al 51% del Campidoglio suscitando l’immediata reazione del Messaggero, notoriamente facente parte del gruppo editoriale di Catagirone con il Mattino di Napoli. Titolo vero”La Raggi parla e i romani perdono settantuno milioni”, parafrasato, giù le mani dalla ciccia.
All’origine di questa reazione le parole pronunciate dalla Raggi domenica a Skytg24: «Dobbiamo valutare, di sicuro cambieremo il management e inizieremo a fare investimenti sulle reti. Vedremo come agire per tutelare la volontà dei cittadini».
Tutto sommato, affermazioni genericamente pop non molto dissimili da quelle di Ignazio nel 2013. Ma anche ieri, come allora, (magari qualche milione in meno) le parole della Raggi hanno avuto immediati riflessi in borsa con un calo delle quotazioni del titolo Acea del meno 4,73%, “bruciando” 142 milioni (virtuali) con una perdita secca per gli azionisti pari a 71 milioni.
L’ATTACCO DEL PD – Manna dal cielo per il Pd che è partito subito all’attacco, implicitamente a sostegno di Caltagirone. Il quale, in verità, del Pd non avrebbe nemmeno tanto bisogno perché se la cava benissimo a far prevalere i suoi interessi, che peraltro produce annualmente utili al Comune. Quindi una valanga di tweet, post FB, comunicati e quant’altro, sono fioccati sulla testa della Raggi accusata di irresponsabilità e inesperienza.
«Si candidano a governare Roma ma pensano di giocare a Monopoli. 71 Milioni persi per una frase di #raggi su Acea. Dilettanti allo sbaraglio» ha scritto su Twitter il candidato sindaco Pd Roberto Giachetti.
«Le dichiarazioni di Virginia Raggi su Acea sono una strabiliante dimostrazione, nel migliore dei casi, di incapacità personale e della maniera pressapochista con cui i 5stelle pensano di gestire il bene pubblico» ha attaccato l’ex assessore Stefano Esposito ormai immancabile su tutte le questioni che riguardano Roma.
Dello stesso avviso anche il commissario del partito Matteo Orfini «Frasi a caso e incompetenza: la Raggi parla di Acea e fa perdere ai romani 70 milioni di euro. Un pericolo pubblico a 5 stelle».
A ben vedere la Raggi si è limitata a dire le stesse cose che, a suo tempo, disse Marino, solo che lui era il candidato del Pd e allora tutti zitti e mosca. Che poi la Raggi voglia mettere mano al management, non pare una bestemmia se ricorda che Ignazio a metà del 2014 nominò presidente di Acea Catia Tomasetti in sostituzione dell’eterno e pluripoltronato Cremonesi, mentre Alberto Irace andò a sostituire, in qualità di amministratore delegato, Gallo, fortemente sostenuto dal mondo della finanza. Quindi nulla di nuovo sotto il sole. O meglio, déjà vu.
Giuliano Longo