Una legge regionale per dare seguito al risultato del referendum che voleva anche a Roma e nel Lazio l’acqua pubblica, bene comune da non privatizzare. Ma anche una legge per rendere più efficiente il sistema della distribuzione, ridurre gli sprechi e valorizzare davvero quel bene essenziale di cui Roma e il Lazio sono ricchi.
A oltre due anni dall’esito del referendum la consigliera regionale Cristiana Avenali è intervenuta sul tema in un incontro di studi in Regione: «Dal primo giorno di lavoro qui in Consiglio Regionale, abbiamo fatto nostri i principi della proposta di legge popolare presentata dai Comitati per l’acqua pubblica e da moltissimi cittadini della nostra Regione. Il nostro compito come Regione, è quello di seguire la strada chiara e netta indicata dal referendum del giugno 2011 che ha detto no a qualsiasi forma di privatizzazione dell’acqua.
In questa cornice va detto che sulla questione acqua e ambiente ci troviamo ad affrontare anni di inefficienze e decisioni non assunte e oggi sono molte le criticità che stanno emergendo e che vanno affrontare simultaneamente. Penso al grosso deficit che la Regione Lazio ha come depurazione per il quale rischiamo provvedimenti di infrazione da parte del’Europa, oppure alla questione arsenico che ha visto molti comuni e cittadini impossibilitati ad accedere all’acqua.
E’ necessario perciò accelerare il processo legislativo che a partire dal principio che sull’acqua non si può speculare, tenga dentro le richieste dei cittadini e dei comitati per arrivare ad una legge che, sappia difendere e rilanciare una gestione pubblica ed efficiente della risorsa, e che allo stesso tempo la consideri e la preservi come una risorsa bene comune, indispensabile per le nostre vite». Nel 2012 i comitati per l’acqua del Lazio raccolsero oltre 37.000 firme, e più di 20 Comuni hanno deliberato a favore della proposta di legge, consegnandola a suo tempo alla Regione Lazio.
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