La conferenza stampa appena convocata in Regione da Nicola Zingaretti alla presenza del coordinatore della cabina di regia per la sanità Alessio D’Amato e la direttrice per la programmazione sanitaria De Grassi ha confermato la riduzione di 892 posti letto nel Lazio. Questa la via obbligata per raggiungere la soglia, fissata per legge, che prevede una dotazione del 3,13 per mille abitanti con un totale di 17.882 posti letto. Ma il presidente ha insistito sul fatto che non si tratterà dei soliti tagli lineari ma della eliminazione di quelle sacche di “inappropriatezza” che in sostanza rappresentano sprechi.
Non solo, ma i piani operativi che il 12 dicembre verranno presentati al Ministero della Salute riequilibrano i rapporti fra il comune di Roma e le provincie della regione. Una operazione che risulta fattibile grazie alla abolizione delle macroaree previste da Renata Polverini. La scommessa, come l’ha definita il presidente Zingaretti, è quella di riportare il bilancio sanitario della Regione in parità entro il 2015, con una sostanziale riduzione del deficit a 140 milioni nel 2014 contro i 600 milioni del 2012 ed i 500 nel 2013. I piani operativi vengono dopo una accurata valutazione dall’advisor specializzato nella pianificazione e prevedono un sostanziale ripensamento della sanità laziale. Dal week hospital che evita le degenze il sabato e la domenica quando l’attività ospedaliera è già ridotta, l’avvio di quattro 4 residenze sanitarie assistite rispettivamente a Rocca Priora, Sezze, Pontecorvo e Roma, l’accentramento della diagnostica e delle analisi, e il rafforzamento dei distretti.
Criteri selettivi che vanno verso il superamento della concezione ospedale-centrica che assorbe il 52% delle risorse a scapito dei territori e della prevenzione. Risparmi e riorganizzazione, come ha detto la direttrice De Grassi, sono frutto di una analisi meticolosa che lascia ben poco agli annunci, ma si fondano su standard internazionali collaudati. E’ in questo contesto di riforma che si colloca il problema del personale ed in particolare quello dei precari, molto spesso specializzati, per i quali sono stati prorogati i contratti di un anno con l’obiettivo di arrivare alla stabilizzazione effettiva dal 2016.
Zingaretti ha anche annunciato la rinuncia allo sciopero del personale del Fatebenefratelli e l’apertura di un tavolo anche con gli istituti di credito per scongiurare la crisi della struttura. Dati, analisi e piani procedono con il coinvolgimento delle parte sociali, degli operatori e delle categorie secondo un metodo ormai collaudato di questa amministrazione. Resta ancora aperta la nomina del sub commissario alla sanità dopo le indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi.
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