Regione Lazio, basta con le sole sui tirocini dei giovani

L'ente intensifica il monitoraggio sul rispetto delle regole messe ai periodi di stage nelle aziende per i più giovani

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La Regione Lazio vuol vederci chiaro così sta intensificando il lavoro di monitoraggio sui tirocini attivati nella nostra regione Lazio per verificare quante e quali possibilità esistono, ma anche per prevenire e punire gli eventuali abusi che non sono affatto infrequenti, per verificare la possibilità di prevenirne e sanzionarne gli abusi. “Rigore e coerenza” l’obiettivo per il quale si sta lavorando in accordo con il  Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sui programmi per l’inserimento lavorativo dei giovani, dei disabili e dei disoccupati nel mercato del lavoro. «Mai più tirocini gratis o finti», ha spiegato Lucia Valente, assessore al Lavoro, ricordando che nel Lazio il nuovo sistema informatico “tirocini on-line” ha semplificato le procedure burocratiche delle pratiche legate all’avvio dei tirocini.

STOP AI FALSI TIROCINI – «Con il nuovo sistema on-line – ha spiegato l’assessore – si potranno avere dati precisi sullo strumento dei tirocini nella Regione e rilevare il tasso di coerenza tra la formazione e l’occupazione che ne deriva. Strumento basilare per avviare politiche e strategie coerenti con l’andamento e lo sviluppo del mercato del lavoro».  Il tirocinio è una misura formativa che ha lo scopo di stabilire un contatto diretto tra un soggetto ospitante e il tirocinante allo scopo di favorirne “l’arricchimento del bagaglio di conoscenze, l’acquisizione di competenze professionali e l’orientamento/inserimento/reinserimento al lavoro” ha ricordato ancora l’assessore. Il sistema on-line infatti consentirà la selezione dei progetti formativi a partire dalla figura professionale indicata  suggerendo che verrà indicizzata per  conoscenze, abilità e competenze in funzione delle attività da svolgere.

NEL LAZIO TRE TIPOLOGIE DI TIROCINI – Sono previste 3 tipologie di tirocini. In primo luogo quelli formativi e di orientamento, per agevolare le scelte professionali e la possibile occupazione dei giovani nel periodo di transizione tra il sistema dell’istruzione e il lavoro. I destinatari devono essere in possesso di un titolo di studio conseguito entro e non oltre dodici mesi, mentre la durata non può superare i sei mesi. Ci sono poi i tirocini di inserimento o reinserimento lavorativo che valgono per i disoccupati anche  in mobilità e i lavoratori sospesi in regime di cassa integrazione ordinaria, straordinaria o in deroga. La durata non può superare i dodici mesi. Infine i tirocini di orientamento e formazione o di inserimento o reinserimento a favore dei disabili, delle persone svantaggiate e di quelle titolari di protezione internazionale. La durata non può essere superiore a dodici mesi nel caso dei soggetti svantaggiati e non superiore a trentasei mesi nel caso di soggetti disabili.

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