Più merito, semplificazione, nomina a tempo per i dirigenti pubblici. Sono queste, per il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, le tre cose da fare per rendere più efficiente e moderna la pubblica amministrazione. Il governatore lo ha spiegato intervenendo a un convegno al Forum Pain corso al Palazzo dei congressi dell’Eur di Roma al quale erano presenti il presidente della associazione dei comuni (Anci) Piero Fassino e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. «Sono tre cose semplici ma che vanno fatte» ha detto. La prima è dare «più merito a chi gestisce le risorse pubbliche, come avviene nelle imprese private». Secondo aspetto, la semplificazione: «qui c’è un grande tema: l’errore dell’Italia è che tutti i livelli di governo fanno un pò tutto. Questo porta a conferenze di servizi che allungano i tempi che spesso sono il brodo nel quale alligna la corruzione».
IL NODO DEI DIRIGENTI PUBBLICI – Ma il ragionamento va oltre perché se le cariche elettive di sindaci e governatori sono a tempo lo stesso criterio deve valere per gli inamovibili e pagatissimi dirigenti pubblici. Zingaretti ha citato il caso del Lazio dove il nuovo presidente ha dovuto mantenere in carica per oltre un anno i direttori sanitari nominati dalla precedente amministrazione di Renata Polverini. «Nessun giudizio di merito perché li ho mantenuti tutti – ha proseguito-, ma il nuovo Presidente della Regione, che ci mette la faccia nel bene e nel male, deve anche avere la possibilità di mettere a capo della Pubblica amministrazione persone con le quali c’è un rapporto di stima, fiducia e merito. Questo farebbe risparmiare tantissimi contenziosi». Nonostante questi limiti il Lazio in un anno «è diventato da esempio di disastro a esempio di buona spesa pubblica» perché «abbiamo già chiuso dieci società e cancellato 150 poltrone inutili».
IL RUOLO DELLA CENTRALE UNICA ACQUISTI – Inoltre, ha proseguito il Presidente « è attivissima la centrale unica degli acquisti che in otto mesi ha fatto risparmiare oltre 80 milioni di euro», ma per l’anno prossimo solo sulle grandi gare si prevede un risparmio di 400 milioni. Tuttavia pagare le imprese con gli attuali vincoli del patto di stabilità è matematicamente impossibile quindi «o si rivede questo livello dei debiti, oppure tocca mettere in moto un meccanismo «corretto e giusto che consenta di superare questo vincolo senza sfondare il patto». Nel frattempo la cosa più importante è ridurre la spesa senza tagliare i servizi «e questo sarà possibile quando si supererà la cultura dei tagli lineari, pagando i debiti e riducendo così gli interessi bancari.» Che è un pò come dire: il Lazio sta facendo la sua parte il Governo faccia la sua.
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