Il commercio parallelo sta costringendo la sanità pubblica a contingentare i farmaci per la cura di malattie gravi e su questa situazione oggi il Consigliere regionale Michele Baldi ha presentato una interrogazione al governatore Nicola Zingaretti. Baldi nel suo documento osserva che il cosiddetto “parallel trade” o commercio parallelo, è ormai una delle principali cause del contingentamento di numerosi farmaci salvavita, anche nel Lazio, per patologie quali il parkinson, i tumori, l’ insufficienza respiratoria e molte altre ancora.
CARENZA DI FARMACI SALVAVITA – Succede infatti che la carenza di questi ‘salvavita’ crea spesso un ‘corto circuito’ tra le aziende che le distribuiscono e le farmacie e tra le farmacie e i pazienti. Infatti a causa delle politiche commerciali degli ultimi tempi molti distributori e le farmacie, con licenza per la distribuzione all’ingrosso, ragionano solo in termini di massimizzazione dei profitti e quindi di mercato parallelo dove smerciare questi farmaci mettendo le farmacie tradizionali in condizioni di non poter soddisfare le richieste dei pazienti. Eppure anche le farmacie autorizzate alla distribuzione parallela hanno prima di tutto l’obbligo di assicurare la continuità della cura dei pazienti e solo dopo dovrebbero poter ricorrere al commercio parallelo. Invece accade spesso che le farmacie non forniscano un farmaco al paziente per carenza di disponibilità facendo ricadere sugli eventuali ricoveri costi di gran lunga superiore al quella del farmaco stesso che comunque la Regione paga. Inoltre la carenza di medicinali dovuta al fenomeno del contingentamento comporta la mancata consegna dei farmaci da parte dei distributori intermedi che invece favoriscono l’esportazione nei paesi dove il profitto è maggiore.
EUROPA UNITA E FARMACI DIVISI – «Sebbene la libera circolazione di merci, servizi, persone e capitali fra paesi membri dell’Unione Europea sia un principio fondamentale del mercato unico i prodotti farmaceutici – prosegue Baldi- hanno mantenuto un prezzo differente nei vari stati membri. Ciò ha incentivato di fatto l’esportazione dei farmaci dai paesi dove il prezzo è inferiore verso quelli dove è maggiore e dove quindi i distributori possono ricavare maggiori profitti.» Il consigliere, in considerazione delle grandi potenzialità dell’intero settore e del fatto che la problematica ha una grande rilevanza sociale, chiede che la sanità regionale s’impegni a pianificare controlli e ispezioni nel Lazio per verificare le licenze di commercializzazione e garantire la presenza dei farmaci essenziali ai pazienti. Un problema che ovviamente non è solo del Lazio ma per il quale dalla nostra regione può venire un esempio a tutela del malato.
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