Vitalizi, stipendi, rimborsi. La politica ai tempi della crisi continua a parlare di soldi e contributi, e nonostante l’argomento sia ogni giorno più spinoso per la totale mancanza di lavoro, il tema “costi della politica” resta all’ordine del giorno. Tra i privilegi che continuano a venir meno sarebbe in arrivo infatti dal governo un taglio degli stipendi dei consiglieri regionali per circa 2000 euro. Una cifra ancora non definitiva, ma che potrebbe essere il risultato della prossima approvazione della riforma costituzionale firmata dalla leggiadra e fedelissima renziana Maria Elena Boschi.
TITOLO QUINTO DELLA COSTITUZIONE – Nella riforma del titolo quinto della Costituzione infatti un articolo, il 122 è oggetto del cambiamento proprio per quanto riguarda gli “emolumenti dei componenti degli organi regionali”. La legge vorrebbe porre nuovi limiti e ridurre così ulteriormente gli stipendi, probabilmente equiparandoli a quelli dei sindaci del capoluogo di regione. Insomma una bella rivoluzione e soprattutto una perdita secca, sia in denaro che in autonomia. Se finora i consiglieri regionali hanno prima aumentato e poi ridotto i loro stipendi, ora dovranno guardare al portafoglio di sindaci come Ignazio Marino. Nelle sue tasche ogni mese entrano infatti “appena” 5300 euro, contro gli attuali 7300 euro di un semplice consigliere regionale. E anche se negli ultimi tempi di tagli ce ne sono stati tanti, gli umori attorno a questo provvedimento non sono dei migliori. Come ricorda oggi anche il Corriere, alcuni consiglieri regionali si appellano alla “potestà” della Regione di approvare leggi, altri reclamano una differenza di stipendio in base e “ruoli e compiti”. Insomma, ancora una volta la politica fa i conti con i soldi.
NON SOLO STIPENDI, ANCHE VITALIZI – E proprio oggi su un altro annoso tema, quello dei vitalizi degli ex consiglieri regionali (oggetto di un recente provvedimento proprio da parte dalla giunta Zingaretti) è intervenuto il presidente della Regione, rispondendo anche alle recenti critiche dell’opposizione: «Noi li abbiamo aboliti i vitalizi, perché andava fatto, e siamo la Regione che di più ha adottato le regole di trasparenza e di spending review. Ora, lì ci sono dei diritti acquisiti che nel corso degli anni, prima di noi, sono partiti, ed è evidente che andranno affrontate le storture che comunque sono dentro quel sistema, evitando il pericolo di aprire vertenze o ricorsi». Il presidente della Regione ha dunque aperto al confronto sulle situazioni pregresse: «Dobbiamo preparare provvedimenti che partano dal riconoscimento dei diritti acquisiti- ha concluso il governatore- ma anche dalla necessità di non poter tollerare delle ”stravaganti” scelte fatte negli anni passati».
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